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Città piena di stranieri
una sfida al terrorismo

I turisti fanno dribbling tra le barriere anti-camion installate in piazza Bra dopo l’attacco di Barcellona: resteranno fino a fine settembre FOTOSERVIZIO MARCHIORI
I turisti fanno dribbling tra le barriere anti-camion installate in piazza Bra dopo l’attacco di Barcellona: resteranno fino a fine settembre FOTOSERVIZIO MARCHIORI
I turisti fanno dribbling tra le barriere anti-camion installate in piazza Bra dopo l’attacco di Barcellona: resteranno fino a fine settembre FOTOSERVIZIO MARCHIORI
I turisti fanno dribbling tra le barriere anti-camion installate in piazza Bra dopo l’attacco di Barcellona: resteranno fino a fine settembre FOTOSERVIZIO MARCHIORI

Un gruppetto di tedeschi si ferma sotto i portoni del Teatro Filarmonico e osserva le barriere anticamion, i new jersey in cemento installati venerdì in piazza Bra dopo l’attentato di Barcellona. Agli occhi dei turisti appare quasi come un check point, un posto di blocco, con tanto di militari schierati che imbracciano fucili di precisione. È Verona nell’epoca degli attentati terroristici. Preparata, per quanto si può essere preparati, ad affrontare eventuali attacchi, ma non per questo meno gremita di visitatori. Basta fare qualche metro in centro per rendersene conto. Le lingue straniere si intrecciano e si sovrappongono l’una con l’altra. Prevalgono, quasi, sull’italiano.

E la conferma arriva da chi, ogni giorno, ha a che fare con loro. «Rispetto allo scorso anno il turismo è cresciuto ancora», è il commento di Alessandro Cedro, titolare del Liston 12 in piazza Bra. «Ci sono moltissimi tedeschi e americani, come sempre, e poi francesi, brasiliani. Va a ondate: non mancano anche spagnoli e russi. Nel complesso siamo soddisfatti della stagione in corso».

Al Bistrot Mamma mia, a pochi metri di distanza, sembrano concentrarsi «gli olandesi, anche abbiamo avuto anche israeliani, sudamericani e portoghesi», raccontano dal bistrot. «La maggior parte dei nostri clienti arrivano a Verona e ripartono in giornata, ma c’è anche chi si ferma due-tre giorni».

Il titolare del ristorante Rubiani, Francesco Spinelli, ha notato invece, nell’ultimo anno, un’evoluzione in senso positivo. Clienti che non dividono più il piatto e che non lesinano sulle bevande, concedendosi il lusso di qualche piatto ricercato. «Il turismo è più di qualità: c’è qualche cliente in meno, forse, ma sono disposti a spendere di più, ed è positivo, perché così riusciamo a seguirli meglio», racconta Spinelli. «La stagione è ancora lunga: dopo gli spettacoli in Arena arriveranno i concerti e, se il tempo è clemente, il giro di visitatori proseguirà fino a ottobre».

Passeggiando per il centro si possono individuare molte comitive di asiatici, cinesi e giapponesi. La maggior parte sono di passaggio: arrivano in pullman, visitano il centro storico, mangiano un boccone e poi ripartono per la meta successiva. I tedeschi, i francesi e gli olandesi sono per lo più in gruppo: arrivano in famiglia o accompagnati da amici. Si fermano qualche settimana sul lago e, nei giorni più nuvolosi, fanno tappa in città. «I turisti sono soprattutto stranieri e, rispetto a qualche anno fa, hanno iniziato ad apprendere gli usi italiani in materia di cibo», racconta Manuel Cavalieri, responsabile di sala del locale La Tradision di via Oberdan. «Ma non mancano anche gli italiani: abbiamo avuto molte coppiette di romani e di toscani in visita per il fine settimana».

Manuela Trevisani

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