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DIETROFRONT IN COMUNE

Cimitero verticale
Il progetto
è morto e sepolto

L’area alla Marangona dove alla fine sarebbe dovuto sorgere il cimitero verticale. Che non si fa più
L’area alla Marangona dove alla fine sarebbe dovuto sorgere il cimitero verticale. Che non si fa più
L’area alla Marangona dove alla fine sarebbe dovuto sorgere il cimitero verticale. Che non si fa più
L’area alla Marangona dove alla fine sarebbe dovuto sorgere il cimitero verticale. Che non si fa più

Pietra tombale... sul cimitero verticale. Il Comune ha deciso: il grattacielo di 35 piani, con migliaia di tombe, da far costruire e gestire da privati, non si farà più. Né alla Genovesa - vicino al casello di Verona sud, dov’era stato ipotizzato dopo la bocciatura dell’area di Fondo Frugose, a San Michele Extra, che il Comune avrebbe messo all’asta per 11 milioni - né altrove. Ciò dopo quasi due anni di feroci polemiche.

Il motivo del dietrofront? Al di là (sic!) del fatto che il progetto non è piaciuto, il Comune fa sapere che non c’è certezza normativa sull’ipotesi di proprietà privata di cimiteri. Insomma: archiviato. È quanto ha scritto il sindaco Flavio Tosi al presidente della Quinta circoscrizione (Borgo Roma, Ca’ di David) Alberto Caliari, (Lista Tosi), che gli chiedeva lumi sull’iter.

IL PRESIDENTE. «Sulla Genovesa c’è stata subito forte perplessità in circoscrizione, anche in maggioranza», spiega Caliari, «anche se avevamo scelto la via del dialogo, ma optando per il no dopo vari incontri con amministratori. Sollecitato dai cittadini, ho voluto però rivolgermi al sindaco per sapere l’orientamento definitivo. Mi ha detto che il cimitero non si farà. E lo ringrazio». Tosi nella risposta dice che «la progettualità presentata non è in effetti pienamente condivisa dalla cittadinanza e non essendoci poi certezza normativa», afferma che «lo scrivente e l’Amministrazione comunale ritengono di non procedere, almeno fintantoché non vi siano interventi legislativi che portino a maggiore chiarezza». Quindi «la pratica è stata archiviata e pertanto non si procederà con l’approfondimento progettuale».

IL SINDACO. Tosi poi ci spiega: «La ratio dell’intervento sarebbe stata corretta, perché la soluzione del cimitero privato in altri Paesi è adottata, è rispettosa dei defunti, non prevede utilizzo di fondi pubblici, e questo sarebbe importante visto che noi abbiamo cento milioni di avanzo che non possiamo spendere per il patto di stabilità. Avevamo poi optato per la Genovesa, zona decentrata, lontano da centri abitati, in area comunale a sud del futuro parcheggio scambiatore del filobus. E avremmo assegnato metà dell’introito della vendita alla Quinta circoscrizione e metà per lavori a scuole. Ma anche l’avvocato Sala», precisa Tosi, «a cui abbiamo chiesto un parere legale, ci ha detto che dalle norme non ci capisce se da noi si può o no realizzare. Ecco perché abbiamo archiviato la pratica».

LA STORIA INFINITA. Di «cimitero verticale» si comincia a parlare alla vigilia di Ferragosto di due anni fa. Il Comune mette all’asta un’area di 72.523 metri quadrati di sua proprietà a San Michele, a Fondo Frugose - proveniente dal lascito Achille Forti - a est della città, fra lo stabilimento Aia e la Mattarana. Prezzo di partenza di 151,30 euro al metro quadrato, il che avrebbe portato nelle casse comunali 11 milioni. Alla scadenza del bando l’unica proposta pervenuta è della Cielo Infinito Srl, che aveva presentato analogo progetto a Milano.

SVOLTA. L’intenzione sarebbe edificare una torre cimiteriale privata di 35 piani, alta cento metri, con 2.676 cappelle, poi 1.920 loculi comuni, quindi 576 spazi per urne cinerarie, un museo di arte sacra, una grande chiesa al 35° piano e sette sale del saluto. Tramontato Fondo Frugose, si ipotizza la Genovesa (anche qui circa 11 milioni l’introito previsto) dopo aver preso in considerazione anche la Marangona, l’area di Verona sud in cui sorgerà invece l’Ikea.

Ma, come detto, il cimitero verticale ora muore. Ancora prima di nascere.

Enrico Giardini

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