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«Ceriale, la colonia
si può recuperare
con l’aiuto di privati»

Un’iniziativa mista, tra ente pubblico e privato, per recuperare la colonia ligure di Ceriale (Savona), così come aveva pensato l’ex sindaco Flavio Tosi. È la proposta del deputato Pd Vincenzo D’Arienzo che ritorna sulla questione ora riaperta dalla prospettiva di vendere il complesso.

«Il Comune di Verona sbaglia», spiega. «La casa delle vacanze sociali al mare dei veronesi non può essere venduta per fare cassa». L’immobile, del valore di 6,3 milioni di euro, utilizzato fino al 2012 dal Consorzio intercomunale per i soggiorni climatici per gli anziani, va rimesso a norma per una spesa di 4 milioni di euro. È di proprietà per metà della Provincia e per metà dei 98 Comuni scaligeri che hanno deliberato tutti, eccetto Verona, per delegare alla vendita dell’immobile l’ente retto da Antonio Pastorello. Essendo un bene indiviso, non si può alienare se non c’è l’unanimità dei Comuni. E Verona, sotto l’amministrazione Tosi, non ha delegato. La partita si riapre invece con il sindaco Federico Sboarina.

«Ceriale ha ospitato negli anni migliaia di veronesi e non può essere venduta perché nessuno se la sente di ristrutturarla. È una scelta che pagheremo», continua D’Arienzo.

«L’edificio è di tre piani con un parco di quattromila metri quadrati e spiaggia privata. Un gioiello sul quale da anni si riversano appetiti di vario genere. Il nuovo sindaco ha riproposto la vendita. Ma l’immobile è oggi chiuso perché chi lo gestiva non ha effettuato interventi di ristrutturazione come invece era obbligato a fare. Le opere di adeguamento sono necessarie, la mia proposta è quella di consentire al privato di ristrutturare la colonia e conseguentemente di gestirla nei prossimi anni a prezzi calmierati per gli ospiti veronesi nel periodo centrale delle ferie estive e liberamente nei mesi restanti. La soluzione era stata accettata da Tosi che si era impegnato ad assegnare lo stabile, con un bando, a un partner che effettuasse i lavori di ristrutturazione. Sono ancora convinto che questa sia la strada», conclude chiedendo a Sboarina di valutarla. M.V.A.

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