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Centro storico, il piano di Cariverona

Via Garibaldi, uno dei palazzi di Cariverona che sarà oggetto di riconversione funzionale FOTO MARCHIORI
Via Garibaldi, uno dei palazzi di Cariverona che sarà oggetto di riconversione funzionale FOTO MARCHIORI
Via Garibaldi, uno dei palazzi di Cariverona che sarà oggetto di riconversione funzionale FOTO MARCHIORI
Via Garibaldi, uno dei palazzi di Cariverona che sarà oggetto di riconversione funzionale FOTO MARCHIORI

Un centro storico 2.0, per la Verona del futuro. Con un City Hub polifunzionale con sala congressi, spazi benessere e centro per l’enogastronomia di eccellenza. Poi un Lab-Urbs con museo della città e laboratori di ricerca e residenze di pregio. Ancora: esposizioni di opere d’arte e sulla tecnica. È la nuova versione del grande «Progetto di rigenerazione e riconnessione urbana» ideato dalla Fondazione Cariverona per riconvertire li edifici ex Unicredit in via Garibaldi, via Forti, via Rosa, e palazzi storici di sua proprietà. Il piano nasce dallo studio di valorizzazione sociale ed economica di alcuni immobili nel centro commissionato il 24 maggio 2017, esattamente un anno fa, dalla Fondazione Cariverona e dal Fondo di investimento immobiliare Verona Property, gestito da Torre Sgr, a Marino Folin, architetto, già rettore dello Iuav, l’Istituto universitario di architettura di Venezia. LO SCENARIO. Il presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco, all’epoca dell’assegnazione dell’incarico - ma lo ha ribadito di recente presentando il bilancio e gli interventi sociali e culturali di Cariverona - aveva detto che il piano punta a rilanciare il centro storico di Verona. Da intendere come città sempre più internazionale. Si parte da un’analisi sul centro, che negli ultimi dieci anni ha visto un calo del 10 per cento di residenti, e anche di attività terziarie e di negozi. Triplicato l’abbandono di proprietà immobiliari. Inoltre: aumento esponenziale, da qualche unità a oltre 1.500, di strutture ricettive extralberghiere, tipo B&B. OBIETTIVI. Verona e il suo centro dovranno quindi attrarre un turismo sempre più di qualità e nuove attività produttive e culturali. Ecco perché si punta a valorizzare gli immobili con queste finalità. E ciò dovrà avvenire con una convenzione con l’Amministrazione comunale. Per alcuni edifici sarà necessario un cambio di destinazione d’uso e sarà il Comune a doverlo effettuare. Va ricordato che la maggior parte degli uffici e dei dipendenti della banca Unicredit è stata trasferita nella nuova sede agli ex Magazzini generali, tra Borgo Roma e la Zai. FUNZIONI. Ma quale saranno le destinazioni dei palazzi? Il piano - elaborato da Folin con Ezio Micelli, Mario Spinelli e Paola Pellegrini - prevede il City Hub polifunzionale nelle ex sedi di Unicredit in via Garibaldi 1 e 2, e a palazzo Franco-Cattarinetti, in via Rosa. Negli immobili centro congressi, in rete con la Gran Guardia e la Fiera, un centro benessere, una grande enoteca nazionale e poi gastronomia regionale, con proiezioni di Vinitaly. LABORATORI. L’altro obiettivo è un Lab-Urbs compreso tra Castel San Pietro, che sarà il museo della città, e palazzo del Capitanio, da collegare a palazzo della Ragione, entrambi in piazza dei Signori. Si ipotizzano laboratori permanenti di ricerca e di studio sul passato della città ma anche per elaborare progetti per trasformarla. A palazzo Forti, già sede della Galleria d’arte moderna - comunale, ora al palazzo della Ragione - si pensa pure ad attività espositive, museali e di studio, ricerca e rappresentanza. Al palazzo del Monte di Pietà, in piazzetta Monte, rimarrebbero alcune residenze e - quando si libereranno gli uffici di DoBank che andranno pure agli ex Magazzini generali - si pensa a destinare locali per studi e laboratori di ricerca e co-working. AREA UNIVERSITARIA. È di Cariverona anche palazzo Bottagisio, in via Leoni, già sede della Provincia. A quell’edificio di pregio il piano di Folin assegna una funzione di ampliamento dell’università, con residenze, aule studio, servizi di ristorazione per studenti, ricercatori e docenti. EX GHIACCIAIA E ARSENALE. Il piano del gruppo di Folin suggerisce idee anche per l’ex ghiacciaia-rotonda degli ex Magazzini Generali, che non rientra nello studio ma riguarda complessi di Torre Sgr, legati a Cariverona. Qui - dove sinora si è sempre ipotizzato Eataly, il ristorante e negozio di cibi e vini madre in Italya, catena dell’imprenditore Oscar Farinetti - si pensa a spazi espositivi di arte moderna e contemporanea. E per l’Arsenale - che il Comune, proprietario, intende riconvertire e che pure non rientra nel piano Cariverona - si propone un Lab-Tekne, sede di startup nel campo delle tecnologie informatiche e delle loro applicazioni, in collegamento con le imprese veronesi. Rilanciare il bimillenario centro urbano di Verona, partendo dai suoi gioielli architettonici. È il sogno di Mazzucco, già rettore dell’Università, per fare di Verona una «capitale», altro forte polo veneto oltre a Venezia. Il tutto in sinergia con il Comune, per gli aspetti urbanistici. L’investimento, ipotizzato in decine di milioni, sarebbe ovviamente dei proprietari. Per rigenerare Verona. •

Enrico Giardini

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