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pioggia di critiche

Centro profughi
Tosi perplesso:
«Meglio altrove»

L’edificio che diventerà centro accoglienza (Dienne)
L’edificio che diventerà centro accoglienza (Dienne)
Profughi a san zeno: la voce di Tosi e dei residenti (Burati)

La prefettura apre una casa per i profughi e la scelta dello stabile è stata fatta: si tratta della palazzina in via Pontida 22 a San Zeno che ospita gli uffici distaccati dello sportello unico per l’immigrazione. Il prefetto Salvatore Mulas, dopo essersi consultato con la sua amministrazione e con il sindaco, ha deciso di trasformare gli uffici in centri di accoglienza straordinaria, destinati ad ospitare una quindicina di richiedenti asilo. Mulas: «È una emergenza. Non ci divertiamo a chiedere disponibilità ai sindaci».

 

Tosi invece si mostra perplesso. «Il problema è capire il beneficio che si ottiene. Mi sono confrontato con il prefetto Mulas che è una persona corretta e disponibile - ha spiegato Tosi - però visto che Verona ha già una presenza di richiedenti asilo che di fatto supera il parametro del 3 per mille, non so se abbia senso spostarne un gruppo e quale vantaggio porti questa ridistribuzione». «Magari sarebbe opportuno individuare siti in altri comuni» ha concluso Tosi.

 

 

CHIESTA COMMISSIONE CONSILIARE

«Il senso dell’iniziativa del Prefetto», scrivono i consiglieri del Partito Democratico Luigi Ugoli ed Eugenio Bertolotti, «è chiarissimo, non altrettanto chiaro è il contesto in cui è maturata la decisione: c’è stato un vero confronto col sindaco della città oppure il sindaco, che si dice ancora perplesso, ha soltanto preso atto della volontà del Prefetto? Da tempo sosteniamo la necessità di una significativa adesione allo Sprar da parte dei Sindaci della provincia proprio perché crediamo nell’efficacia di un’azione corale e coordinata di fronte all’emergenza. Il ruolo di supplenza di cui, con questo atto, si fa carico la Prefettura non va però esattamente in questo senso. Se da un lato spiazza il qualunquismo di certe posizioni dall’altra può preparare il terreno a contestazioni ancor più veementi di quelle a cui abbiamo assistito sinora. La vicinanza ai tanto discussi Bastioni e il fatto di essere nel cuore di un quartiere già provato da atti di microcriminalità non paiono costituire le condizioni migliori. Allora chiediamo: si è parlato anche di questi aspetti?  Per cercare di avere risposte a questi dubbi, che ci appaiono più che legittimi, intendiamo discutere questo passaggio in due commissioni consiliari dedicate di cui abbiamo già provveduto a chiedere la convocazione».

 

 

«BONI Sì, MA C... NO». Sull'argomento intervengono  il consigliere comunale Daniele Polato e il senatore Stefano Bertacco, di «Battiti per Verona». «Siamo sicuri che il Prefetto Mulas sia persona d'azione ed anche di cuore», esordiscono, «ma gli chiediamo di voler valutare altre soluzioni per non far ricadere il quartiere di San Zeno in situazioni di disagio che per anni li si sono perpetrate. Pensiamo che gli abitanti del quartiere che hanno combattuto per anni una battaglia silenziosa per riportare decoro in varie zone, non meritino di essere ancora penalizzati da scelte che li vedranno nuovamente soccombere con alto rischio di forte disagio. Verona da sempre ha dimostrato di essere città solidale ed accogliente, impegnata in percorsi di integrazione vera, da molti anni attore importante del progetto Sprar, oggi deve dire basta a questa invasione incontrollata scaricata su Prefetti ed enti locali. Crediamo quanto mai attinente un detto popolare per dire basta a questa situazione : boni sì ma no...».

 

LA LEGA INSORGE. "Una scelta che giudichiamo azzardata", commenta l'europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Nord Lorenzo Fontana. Ricordiamo che San Zeno si trova nel cuore della città, vicino ai Bastioni, dove nelle ultime settimane si sono registrati ben cinque casi di, cosiddetti, 'profughi' sorpresi a spacciare droga. Il prefetto deve tutelare la sicurezza dei cittadini piuttosto che gli immigrati". 

 

"Il Sindaco si è detto perplesso, noi non siamo perplessi. Siamo assolutamente contrari. Ci chiediamo come si possa utilizzare un edificio classificato a servizi per destinazioni "residenziali". E' stato autorizzato il cambio di destinazione d'uso dell'edificio? Sono stati autorizzati interventi edilizi per l'adattamento delle stanze? Ne dubitiamo", afferma il segretario cittadino della Lega Nord, Paolo Tosato. "Chiediamo al Comune di effettuare un controllo e di ostacolare, con i mezzi a propria disposizione, questa ennesima forzatura. Comprendiamo le difficoltà della Prefettura nel gestire le folli politiche del Governo sull'immigrazione ma i Comuni non possono rendersi complici di questa follia"

 

Per Michele Croce, candidato sindaco per la lista «Verona Pulita», la decisione del prefetto è una «coltellata al cuore di Verona».  E spiega: «Mi risulta che i locali, concessi in comodato gratuito per ben altri scopi, direzionali e non abitativi, siano stati ristrutturati e riammodernati. Ora spendere migliaia di euro per trasformarli in abitazioni è inopportuno e inasprisce gli animi di tutti, specie delle fasce deboli. Occorre che lo Stato torni a fare lo Stato, il Prefetto torni a controllare i fenomeni mafiosi anziché fare l'abergatore, il Sindaco intervenga e controlli questo indecente business dell'accoglienza anziché accettare silente quanto sta accadendo».

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