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Centro islamico a San Michele? Sconosciuto

di Lorenza Costantino
Lezione di catechismo: l’imam Alì insegna il Corano ai bambini nel centro di culto di San Michele
Lezione di catechismo: l’imam Alì insegna il Corano ai bambini nel centro di culto di San Michele
Lezione di catechismo: l’imam Alì insegna il Corano ai bambini nel centro di culto di San Michele
Lezione di catechismo: l’imam Alì insegna il Corano ai bambini nel centro di culto di San Michele

San Michele Extra come «crocevia» di religioni; ora ha tre luoghi di culto molto diversi fra loro nel raggio di poche decine di metri. L’antica chiesa di San Michele Arcangelo; il ritrovo dei pentecostali ghanesi (cristiani protestanti). E ora anche il Centro culturale – non una moschea – della comunità musulmana «Gulzar e Medina»: un ritrovo di preghiera e insegnamento dell’Islam allestito in un ex capannone all’inizio di via Tiberghien.

Come sempre, l’eterogeneità può essere occasione di arricchimento reciproco, o al contrario miccia di incomprensioni. Tutto sta nello spirito con cui la si affronta. Perciò, proprio mentre in paese partono le «lamentazioni» dei contrari, alimentate dalla paura del fondamentalismo e di quanto è percepito come troppo diverso da sé, sarebbe essenziale conoscere e farsi conoscere. Un passaggio che ancora sembra mancare.

Non sono al corrente del nuovo centro islamico né la comunità musulmana di via Bencivenga Biondani (zona Galtarossa) – la più attiva e conosciuta nel Veronese, punto di riferimento per altri importanti gruppi musulmani, come quelli di Villafranca, Mozzecane, San Bonifacio, Domegliara – né l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, l’organismo diocesano che cura i rapporti sia con le diverse confessioni cristiane (protestanti e ortodosse) sia con le altre fedi.

Spiega Mohamed Guerfi, imam di Verona: «Non conosco l’iniziativa di San Michele. È vero che il nostro centro di via Bencivenga è riferimento per molti gruppi sparsi in provincia, e per fedeli di addirittura 25 nazionalità diverse: nordafricani, balcanici, asiatici. Ma, alla fine, ogni comunità è autonoma. Non è la prima volta che nascono iniziative indipendenti per rispondere alle necessità di singoli gruppi. Necessità che possono essere di tipo culturale, oltre che religioso».

I musulmani nell’intera provincia, ricordiamo, sono 35mila, gran parte sunniti.

«Per esempio», illustra Guerfi, «i fratelli pakistani hanno aperto un loro centro in Borgo Milano; e so che anche i fratelli senegalesi volevano organizzare un gruppo per insegnare la propria lingua, oltre al Corano. L’importante è che tutto si svolga nel rispetto delle regole».

Anche don Luca Merlo, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ammette di non conoscere il nuovo centro islamico di San Michele: «Ma da anni manteniamo un rapporto costante e molto buono con via Bencivenga e i suoi quattro imam, fra cui il presidente Guerfi», spiega. «In quest’anno della Misericordia abbiamo sostenuto tre speciali incontri a tre voci con le comunità islamica ed ebraica, e altri ne faremo prima della fine del 2016. Ogni anno, il 27 ottobre, celebriamo insieme la Giornata del dialogo fra cristiani e musulmani. Veniamo chiamati a festeggiare con loro la fine del Ramadan, e noi li invitiamo in occasione del Festival biblico. Anche dopo i fatti di Parigi», sottolinea don Luca, «i rappresentanti musulmani hanno partecipato alla manifestazione in Gran Guardia per condannare il terrorismo. Io ritengo che Verona sia un’isola felice».

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