<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Catullo, da Roma c’è l’ok
per il piano di sviluppo

Il rendering del nuovo terminal dell’aeroporto Catullo secondo il masterplan
Il rendering del nuovo terminal dell’aeroporto Catullo secondo il masterplan
Il rendering del nuovo terminal dell’aeroporto Catullo secondo il masterplan
Il rendering del nuovo terminal dell’aeroporto Catullo secondo il masterplan

Via libera allo sviluppo futuro dell’aeroporto Catullo.

La commissione nazionale Via-Valutazione impatto ambientale, al Ministero dell’ambiente, ha dato parere favorevole al masterplan 2015-2030 dello scalo veronese.

Il parere è stato dato in base all’istruttoria curata dal componente veneto della commissione, l’architetto bellunese Bortolo Mainardi, già commissario per la Tav Venezia-Trieste. Ha curato un’istruttoria piuttosto rapida, di circa 10 mesi: il masterplan era stato presentato (dopo essere stato già approvato dall’ente nazionale Enac) nei primi mesi del 2016, e dopo alcuni aggiornamenti è giunto in tempi rapidi all’approvazione tecnica definitiva.

«In questo caso non si può certo dire che la burocrazia sia stata lenta», osserva Mainardi. Nel piano sono previsti interventi vari per circa 134 milioni di spesa: lavori di ampliamento del terminal, nuove caserme per i servizi che accompagnano l’attività e la sicurezza dello scalo, ammodernamento delle aree per i viaggiatori, urbanizzazione primaria con nuove strade di servizio e parcheggi multipiano, riqualificazione dell’area interna dell’aeroporto. Il tutto diviso in tre fasi quinquennali di lavorazione.

Il piano alla fin fine si caratterizza come una grande modernizzazione dello scalo e di garanzia di tutti i livelli di sicurezza gestionali.

È previsto ovviamente anche un parallelo sviluppo dei passeggeri: la proiezione è di passare dagli attuali 3 milioni l’anno a circa 5,5 milioni nel 2030, quasi un raddoppio.

L’iter pubblico di discussione del masterplan prima della sua approvazione aveva dato tempo 60 giorni per presentare le osservazioni: la commissione Via, sempre su istruttoria di Mainardi, ha presentato controdeduzioni alle circa 150 osservazioni presentate in quella fase.

Alla fine però le prescrizioni sono state solo 5-6 (per capirne l’esiguità, basta pensare che ad esempio per Firenze ne sono state indicate 62). Quella più importante riguarda le osservazioni presentate dai Comuni: Verona, Villafranca e Sommacampagna.

In questo caso l’indicazione è unica, ma ben chiara: la commissione Via vuole che ci sia un accordo a livello locale tra società Catullo e gli enti locali «sulla qualità e i tempi di esecuzione di tutti gli interventi di mitigazione necessari a dare risposta alle osservazioni dei Comuni. Si devono mettere d’accordo», spiega Mainardi.

Si vuole quindi che sul territorio ci sia un tavolo per trovare l’intesa, e poi sarà lo stesso Ministero a fare la cosiddetta «verifica di ottemperanza». Altra prescrizione di rilievo: entro il 2020 è obbligatoria una caratterizzazione acustica della zona dell’aeroporto, per definire le aree dove il livello sonoro deve rientrare nel limite massimo di 60 decibel.

«Un altro passo molto importante», dice soddisfatto il presidente della società Paolo Arena, «per mettere in gara il progetto definitivo che sarà pronto a breve e consentirà di sistemare tutta l’aerostazione».

Ora il documento andrà alla firma dei ministri Galletti (Ambiente) e Franceschini (Beni culturali) per l’ok definitivo.

«Pensando a quanto era in difficoltà la società cinque anni fa», prosegue Arena, «siamo ora di fronte a una svolta significativa: nel 2018 vogliamo iniziare i lavori e portare le ruspe al Catullo per avere nel 2020 un aeroporto tutto nuovo e all’altezza della sua importanza. Puntiamo infatti ad avere nel 2030 oltre 5 milioni di passeggeri. Il rilancio del Catullo, con l’approvazione del masterplan al 2030, è ormai una realtà solida che si concretizza giorno dopo giorno. Stiamo correndo...». M.B. e P.E.

Suggerimenti