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La revoca della cittadinanza

Caso Poroshenko
Kiev protesta
con Palazzo Barbieri

La revoca della cittadinanza
Il presidente ucraino Petro Poroshenko
Il presidente ucraino Petro Poroshenko
Il presidente ucraino Petro Poroshenko
Il presidente ucraino Petro Poroshenko

«I quadri sopravvissuti a tante vicende drammatiche sopravviveranno anche a questi ignobili giochi politici». La reazione del governo ucraino, tramite il suo ambasciatore a Roma, alla decisione della maggioranza di Palazzo Barbieri di revocare la cittadinanza onoraria al presidente Petro Poroshenko sta creando una crisi senza precedenti tra Palazzo Barbieri e il governo di Kiev.

 

La cittadinanza a Poroshenko era stata voluta nel giugno 2016 dall’allora sindaco Flavio Tosi come gesto di «riconoscenza» per il ritrovamento, il 6 maggio 2016, in territorio ucraino dei 17 quadri trafugati da Castelvecchio. Primo firmatario della proposta di delibera anti-Poroshenko è il capogruppo della Lega Nord, Vito Comencini. 

 

Ora l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia, Yevhen Perelygin, ha scritto una nota di protesta al sindaco Federico Sboarina e al presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio. Per il rappresentante diplomatico di Kiev, che assicura di non voler «interferire in nessun modo nel diritto sovrano della città di Verona di decidere a chi o per quali meriti conferire la propria cittadinanza», i quadri di Castelvecchio «sono fortemente strumentalizzati dai promotori di questa iniziativa che vede l’utilizzo degli stessi quale supporto alla costruzione di tesi propagandistiche e fantasiose concepite nella fabbrica di propaganda del Cremlino».

 

 

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