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Revocata la cittadinanza onoraria

Caso Poroshenko, rabbia ucraina. Il sindaco: «Non siamo burattini di nessuno»

Revocata la cittadinanza onoraria
Flavio Tosi con Petro Poroshenko
Flavio Tosi con Petro Poroshenko
Flavio Tosi con Petro Poroshenko
Flavio Tosi con Petro Poroshenko

La revoca della cittadinanza onoraria al presidente ucraino Petro Poroshenko, decisa dal Comune di Verona, è per l’ambasciata Ucraina «un atto provocatorio preparato ad arte dal regime del Cremlino ed eseguito da forze politiche locali che si prestano ad uno sporco gioco politico».

 

Lo afferma - in una nota - Yevhen Perelygin, Ambasciatore di Ucraina in Italia. «Se alcuni politici vogliono essere i burattini di Putin, allora io non posso ostacolare di esserlo» scrive Moshkola. «La decisione della maggioranza del Consiglio comunale di Verona - aggiunge - è un atto solo provocatorio, lontano dagli interessi dei cittadini veronesi e dai principi europei».

 

«Non è la prima volta negli ultimi anni, non appena l’Ucraina intraprende i passi importanti sulla via di riforme e sulla strada dell’integrazione europea - conclude - che riceviamo in risposta un bouquet di provocazioni preparate ad arte dal regime del Cremlino, ed eseguito da alcune forze politiche locali, strumento dello sporco gioco politico».

 

«Qualsiasi lettore del testo della risoluzione in oggetto - osserva Moshkola, riferendosi al provvedimento di revoca della cittadinanza - può trarre le giuste conclusioni leggendo le frasi continuamente utilizzate dalla propaganda russa, in particolare sulla ’guerra civilè (mentre ormai testimoniato da tutto il mondo l’aggressione militare russa contro l’Ucraina), ’violazione dei diritti dei russi in Ucrainà (mentre tutte le autorevoli organizzazioni internazionali confermano distruzioni di libertà civili nella Crimea annessa e nel Donbas occupato dal regime di Mosca)».

 

«Purtroppo - conclude il diplomatico ucraino - ci sono ancora alcuni politici che vogliono essere i burattini di Putin, allora io non posso ostacolare di esserlo, mentre il nostro scopo rimane invariato: rafforzamento dei rapporti inclusivi tra l’Ucraina e l’Italia e, in particolare, lo sviluppo della cooperazione economica, culturale ecc. con e per la comunità della bellissima Verona, nonchè tutta la regione Veneto».

 

LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO

Il sindaco Federico Sboarina, in serata ha diffuso una nota dove dichiara: “Il Consiglio comunale non è il burattino di nessuno, agisce e delibera in rappresentanza dei propri elettori e di nessun altro. È ai veronesi che noi rendiamo conto e dei quali interpretiamo le istanze. Lo dimostra il fatto che la delibera di revoca della cittadinanza onoraria al presidente ucraino Poroshenko è stata votata dai consiglieri di maggioranza e di minoranza, ad eccezione dei consiglieri della precedente amministrazione che infatti aveva concesso la cittadinanza in maniera frettolosa e poco circostanziata".

 

"Infatti, dal ritrovamento a Odessa dei quadri rubati a Castelevecchio al loro ritorno a Verona sono passati sette mesi. La cittadinanza è un alto riconoscimento onorifico che va dato a chi ha fatto tanto per Verona, e abbiamo ritenuto che non gli si dovesse riconoscere questo merito. Più in generale, la città di Verona non è nemica dell'Ucraina e dei suoi cittadini, semplicemente ha posto rimedio ad un atto non condiviso. Non spetta al nostro consiglio comunale entrare nelle questioni internazionali”.

 

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