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Il caso

Caso-Castagnè
in piazza: «Migranti
capri espiatori»

Il caso
Il presidio davanti alla prefettura (foto Marchiori)
Il presidio davanti alla prefettura (foto Marchiori)
Il presidio davanti alla prefettura (foto Marchiori)
Il presidio davanti alla prefettura (foto Marchiori)

Presidio dell'assemblea «17 dicembre» (che riunisce varie sigle veronesi della Sinistra, antirazziste e per i diritti civili) stamattina in piazza dei Signori sulla questione dei richiedenti asilo a Castagnè, in particolar modo per protestare contro l'estromissione di sette di loro dal progetto per la richiesta d'asilo.

 

Una cinquantina di persone si sono date appuntamento davanti alla Prefettura dietro lo striscione «Non si revocano i diritti, un'altra accoglienza è necessaria».

«I ragazzi», sostiene l'assemblea, «in quella occasione non si sono rifiutati di entrare, hanno chiesto tempo e spiegazioni. Avevano ragionevoli timori: rimanere in quel luogo, con quella tensione, distanti da tutto, anche dai lavori che alcuni di loro avevano trovato a Bovolone. Cinque giorni dopo i sette ragazzi hanno ricevuto la revoca dal progetto di accoglienza. Ciò non significa espulsione o allontanamento dal territorio: esclusivamente condanna alla strada, a dormire in stazione in attesa che la commissione territoriale di Verona si esprima sulla loro richiesta d'asilo. I sette ragazzi sono capri espiatori. Pagano sulla loro pelle il “famigerato” business dell'accoglienza che la coop San francesco incarna perfettamente».

 

I manifestanti chiedono che i sette vengano riammessi al progetto (nel frattempo in tre sono entrati nella casa) ma la loro richiesta non è stata accolta, e quindi annunciano di volersi ritrovare nuovamente anche nei prossimi giorni in piazza «perché la legalità sia ripristinata».

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