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Casini benedice il Tosi «riformista»

Pierferdinando Casini con il sindaco Flavio Tosi: alleati per il referendumIl costituzionalista Giovanni Guzzetta FOTO MARCHIORIPubblico numeroso alla ricerca di spiegazioni sul referendum
Pierferdinando Casini con il sindaco Flavio Tosi: alleati per il referendumIl costituzionalista Giovanni Guzzetta FOTO MARCHIORIPubblico numeroso alla ricerca di spiegazioni sul referendum
Pierferdinando Casini con il sindaco Flavio Tosi: alleati per il referendumIl costituzionalista Giovanni Guzzetta FOTO MARCHIORIPubblico numeroso alla ricerca di spiegazioni sul referendum
Pierferdinando Casini con il sindaco Flavio Tosi: alleati per il referendumIl costituzionalista Giovanni Guzzetta FOTO MARCHIORIPubblico numeroso alla ricerca di spiegazioni sul referendum

Per Pierferdinando Casini, quella del referendum del 4 dicembre «è la madre di tutte le battaglie». E i moderati che «saranno determinanti per la vittoria del Sì», esclama, «devono cercare una casa comune, non certo una zattera per parlamentari naufraghi che vogliono solo salvare il posto». Gli fa eco il sindaco e segretario di Fare! Flavio Tosi: «È una battaglia tra riformisti e i reazionari, il collante dei quali è l’estremismo. Noi», continua, «siamo con il tessuto produttivo del Veneto, rappresentato da Coldiretti, Confindustria, piccola e media impresa, Confartigianato, tutti ufficialmente schierati per il Sì... Non è la migliore riforma possibile, ma tra cambiare e non cambiare scelgo di cambiare».

L’ex presidente della Camera infiamma la platea nella sala conferenze di Veronamercato, dove interviene insieme a Tosi e al costituzionalista dell’università di Roma Tor Vergata Giovanni Guzzetta. È con il cemento del «Sì per l’Italia» - titolo dell’incontro moderato dal giornalista de L’Arena Enrico Giardini - che in riva all’Adige si tenta quindi di gettare le fondamenta, di questa «nuova casa». A Tosi e alla sua pattuglia di parlamentari, Casini attribuisce «il coraggio e l’intelligenza» di aver sostenuto le riforme raccomandate dall’ex presidente Napolitano, «che allora tanti ipocritoni applaudirono». Le «stesse riforme che nel 2005 tentò di fare il centrodestra».

La senatrice Patrizia Bisinella e il deputato Matteo Bragantini annuiscono. In sala ci sono anche i consiglieri della lista Tosi Salvatore Papadia, Francesco Spangaro, Giorgio Pasetto e Marisa Brunelli, gli assessori Enrico Toffali e Gian Arnaldo Caleffi, il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato e di Acque Veronesi Niko Cordioli. Non c’è il capogruppo in Regione dei tosiani Stefano Casali, che giovedì, a Cerea, parteciperà invece a un incontro, insieme al segretario provinciale leghista Paolo Paternoster e alla senatrice Cinzia Bonfrisco capogruppo dei Conservatori e riformisti, su «Il futuro del centrodestra».

«Quelli che votano No per mandare a casa Renzi», ammonisce Casini, «si illudono che poi verrà il loro turno e invece portano acqua al mulino di Grillo. Vogliamo far diventare la Raggi sindaco d’Italia? La strada è quella, ma una bocciatura delle riforme avrebbe ripercussioni gravissime, fuori dell’Italia tutti aspettano il risultato del referendum come si aspettava quello sulla Brexit». «E la sterlina», chiosa Tosi, «ha già perso il 10 per cento del suo valore». Il sindaco cita Berlusconi: «Disse che le riforme avrebbero reso la nostra democrazia più matura, efficiente ed europea, noi continuiamo a pensarla così»

Il presidente della commissione Esteri del Senato ne ha anche per chi vota No «per ripicca, magari perché non è stato fatto ministro o commissario europeo». Chiara allusione a D’Alema. «Abbiamo la possibilità», afferma Casini, «di modernizzare il Paese e la cosa paradossale è che chi nel centrodestra è per il No usa gli stessi argomenti che per anni sono stati utilizzati contro Berlusconi, paventando un’improbabile deriva autoritaria...». Nel mirino entra anche l’ex presidente di Montecitorio Schifani. «C’è chi ha votato con noi cinque volte in aula per la riforma e ora è presidente del comitato del No». Poi parte la frecciata sul leader leghista Salvini: «Come fa a non capire che la sua predica darà a Grillo tutto l’incasso? Bossi al confronto era uno statista...».

Positiva, secondo Tosi, è anche la nuova legge elettorale. «L’Italicum è quasi identico alla legge per l’elezione dei sindaci e nessuno si è mai lamentato che è una legge autoritaria. Così come lo fa un sindaco, anche un premier deve poter governare».

Enrico Santi

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