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Inchiesta partita a Firenze

Case «fantasma»
a Dubai e in Egitto
Veronese nei guai

Inchiesta partita a Firenze
Una veduta di Dubai
Una veduta di Dubai
Una veduta di Dubai
Una veduta di Dubai

Ville, appartamenti e villette in località turistiche di Egitto ed Emirati Arabi comprati a prezzi stracciati. Ma era tutta una finta, secondo le indagini della procura di Firenze e della guardia di finanza. Progetti e costruzioni - mai realizzate e rimaste sulla carta - proposti da un gruppo di mediatori in luoghi di vacanza esotici furono una sceneggiata per intascare robusti acconti. Così ora, al termine dell’udienza preliminare, il giudice Anna Liguori ha rinviato a processo otto persone - tra le quali un veronese - accusate di associazione per delinquere finalizzata a compiere truffe immobiliari.

 

Individuate 66 persone truffate, mentre dai riscontri della GdF risultano profitti illeciti per un totale di circa 3,8 milioni di euro relativi all’acquisto di 86 unità immobiliari di vario tipo e metratura, trattate su carta in vari momenti. Nelle parole dei proponenti dovevano sorgere a Marsa Alam e Marsa Matrouh, villaggi sul Mar Rosso, e a Dubai, negli Emirati. Prima udienza del processo davanti al tribunale di Firenze l’11 settembre 2018. I fatti accertati, invece, partono vanno dal 2008 e proseguono per gli anni successivi fino oltre il 2011.

 

Secondo le indagini, l’organizzazione era capeggiata e promossa da Roberto Melchiorri, 52 anni, originario di Torino ma abitante in Svizzera, il quale insieme a un altro imputato, Tomaso Magagna, 50 anni di Verona, avrebbe tenuto le fila di alcune società ’schermò aperte in Gran Bretagna, Svizzera e Italia, usate come collettori per i denari raccolti fra la clientela. Ai vertici del sodalizio anche lo svizzero di Berna, Bassem Gobran, 47 anni, che per gli inquirenti era, anche lui, tra gli organizzatori del sodalizio dedito alle truffe: suo compito sarebbe stato di concordare segretamente con i complici l’apparente attività di vendita a favore in modo da attirare i pagamenti, anche parziali. I clienti erano avvicinati e informati dello stato di ’avanzamentò delle pratiche e dei lavori con appositi incontri. 

Tra gli imputati ci sono anche gli agenti di vendita, Marcello Lombardi, 75 anni, e Lucia Ferrise, 66, di Larciano (Pistoia), e Corrado Carobin, di Alonte (Vicenza).

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