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L'INCHIESTA

Carburanti, a Verona
prezzi bassi
Ma cala il consumo

Carburanti, a Verona si risparmia
Carburanti, a Verona si risparmia
Carburanti, a Verona si risparmia
Carburanti, a Verona si risparmia

L’effetto Brexit non tocca i carburanti. Rispetto ai minimi quasi decennali dello scorso inverno, pari a 1,10 euro per il gasolio e 1,30 per la benzina, c’è però un leggero rialzo addebitabile alla parziale ripresa dei prezzi del greggio.

Se sarà improbabile che i prezzi dei primi mesi dell’anno tornino a vedersi sui display dei distributori, per i prossimi due o tre mesi la prospettiva sarà la stabilità. Ed è una buona notizia, in vista soprattutto dei prossimi esodi vacanzieri.

Dallo scorso aprile il prezzo del petrolio ha rialzato un po' la china dai minimi invernali, ma da circa un mese la crescita si è fermata. Per gli esperti, a trattenere i prezzi è anche il parziale indebolimento dell’euro; ciò va a compensare il crollo dalle quotazioni internazionali in dollari dei prodotti petroliferi, facendo restare le compagnie alla finestra.

Il prezzo medio veronese dei carburanti si conferma intanto tra i migliori dei Paese, inferiore di circa il 6/7% a quello medio nazionale. Per la benzina il prezzo medio dell'erogato in modalità «self» in città è di 1,41 euro contro la media italiana di 1,47. Per il gasolio il prezzo medio veronese è attorno a 1,26 euro con gli 1,305 euro del resto d'Italia. Interessante la «forbice dei prezzi» con uno scarto tra il più alto e il più basso di 10 centesimi sia per la «verde» che per il diesel, pari a circa 5 euro per un pieno di carburante di un auto di media cilindrata.

Prezzi contenuti, insomma, che tuttavia non sembrano risvegliare più di tanto una domanda di carburanti che permane tiepida, comunque molto più bassa rispetto a quella di cinque o dieci anni fa. L'Unione petrolifera ha fotografato comunque una lieve ripresa dei consumi nazionali nel corso del 2015, pari a poco più dell'1%, anche nel Nordest. Ripresa che si è consolidata anche nei primi cinque mesi del 2016 con un leggero rialzo della domanda, in aumento dell'1,1% rispetto allo stesso periodo del 2015, con il gasolio che si conferma come principale prodotto per autotrazione con circa il 39% dei volumi consumati. Certo, rispetto a dieci anni fa i consumi sono scesi parecchio: se l'erogato italiano 2015 di benzina, gasolio e gpl è stato di poco superiore ai 22 miliardi, nel 2007 sfiorava i 30, con un calo di oltre il 25%.

Anche la piazza veronese, prima nel Veneto per la vendita di carburanti (la rete provinciale conta 340 impianti, cento dei quali in città), conferma il tracollo con poco più di 600 milioni di litri erogati nel 2015 contro gli 800 del 2008. Non solo: in tutto il Nordest la spesa per i trasporti delle famiglie è diminuita tra il 2013 e il 2015 del circa il 16%, passando da quasi 7,5 miliardi ad appena 6,1.

Non secondario è il pesante fattore fiscale nella formazione del prezzo che fa dei carburanti il prodotto di largo consumo in assoluto più tassato. Sulla benzina il fisco incide oggi per il 63%, mentre sul gasolio è del 60% circa. Di fatto, lo Stato incamera poco meno di 90 centesimi in Accise e Iva per ogni litro di benzina erogato, e circa 75 per il gasolio.

Prosegue intanto la diffusione delle cosiddette «pompe bianche» sempre più presenti in città al posto degli operatori tradizionali per il progressivo ritiro delle grandi compagnie dall'anello finale della distribuzione, ritenuto meno remunerativo. Le «no logo» sono quasi il 40% e potrebbero arrivare al 50% del totale.

Alessandro Azzoni

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