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VIALE DELLA REPUBBLICA

Cantiere fermo
a Borgo Trento
L'ira dei residenti

Lo stretto passaggio in cui sono costretti i passanti
Lo stretto passaggio in cui sono costretti i passanti
Lo stretto passaggio in cui sono costretti i passanti
Lo stretto passaggio in cui sono costretti i passanti

Ancora degrado in viale della Repubblica per il cantiere abbandonato. Erba alta e ogni sorta di oggetto abbandonato al di là del recinto che lo delimita, persino un passeggino.

Nel cuore di Borgo Trento è ormai da tre anni che il cantiere è in stato di abbandono. Era il primo passo per la creazione di un pertinenziale interrato, appunto, ma a parte i primi lavori con la rimozione delle piante e dei pali dell'illuminazione pubblica, null'altro. «C'è stata la riapertura della strada», dice il presidente della seconda circoscrizione, Filippo Grigolini, «ma resta una situazione senza precedenti in ambito privato. Fino a quando ci sarà la concessione d'uso del sottosuolo di quel tratto di viale della Repubblica non possiamo intervenire se non con solleciti, già più volte inviati. Tuttavia, sebbene la gestione del cantiere sia privata, chiediamo di addebitare alla stessa proprietà le spese necessarie per sistemare l'area».

A lamentarsi di questa situazione di degrado, con timori per la sicurezza, sono i residenti non solo della strada, ma dell'intero quartiere.

Alla sera non si nasconde la paura a transitare lungo il passaggio pedonale creato a ridosso del muro di cinta del cortile della parrocchia di San Francesco, perché si temono «incontri poco raccomandabili» e i commercianti hanno più volte denunciato una situazione «indecorosa che assomiglia più a una discarica a cielo aperto». «Il termine della concessione», ricorda Grigolini, «è fissato per luglio. Ma se c'è chi pensa di poter andare oltre iniziando ora qualche lavoro avrà “vita dura”, perché dovrà ottenere un via libera dalla Giunta che, stando così le cose, diviene difficile da sostenere. Verrebbe a crearsi una dura opposizione da parte dei residenti. Sono tre anni di vicissitudini tra aperture e chiusure del cantiere, con ripercussioni sulla mobilità. E per tutti è stato un forte disagio».

Nessuna attenuante neppure per la creazione del passaggio pedonale e la posa dell'illuminazione. «Siamo in un Paese civile», dice il presidente della circoscrizione. «Questa situazione non dovrebbe accadere. E se non si è capito il fallimento del progetto si deve intervenire con una soluzione definitiva».

Grigolini sottolinea il continuo monitoraggio da parte della circoscrizione «ma ci sono leggi e regolamenti», spiega, «che consentono di giungere a questi termini. Quando saremo a luglio ci chiederemo se non era possibile ammettere l’errore e chiudere prima. Poi, quando non ci sarà più nessuno a chi spetterà la chiusura del cantiere, la riasfaltatura della strada, il ripristino del verde? Spero sia prevista una fideiussione bancaria come garanzia».

Marco Cerpelloni

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