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Candidato Pd, Tommasi esce dal campo

Giampaolo TrevisiStefano Quaglia
Giampaolo TrevisiStefano Quaglia
Giampaolo TrevisiStefano Quaglia
Giampaolo TrevisiStefano Quaglia

È già finita prima ancora di scendere in campo, per Damiano Tommasi, la partita delle elezioni amministrative per la conquista di Palazzo Barbieri. L’ex centrocampista di Verona, Roma e Nazionale e ora presidente dell’Associazione calciatori, alla fine ha detto no ai vertici scaligeri del Partito democratico che gli avevano prospettato la candidatura a sindaco. Si è concluso senza successo, quindi, anche il pressing nei suoi confronti che si dice abbiano tentato lo stesso segretario nazionale Matteo Renzi, in queste ore impegnato a scongiurare una scissione dell’ala sinistra del partito, e del ministro dello Sport Luca Lotti.

Il «no, grazie» dell’ex calciatore, nome sul quale il Pd puntava anche per evitare l’ordalia delle primarie, sta creando una certa fibrillazione fra i democratici. Nella rosa dei «civici» restano due «petali»: Gianpaolo Trevisi, direttore della Scuola di polizia di Peschiera e Stefano Quaglia, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale.

Nel caso uno dei due dovesse sciogliere la riserva, la candidatura potrebbe trovare il consenso dei tre quinti dell’assemblea cittadina, formata da 50 membri. In questo modo si eviterebbero le primarie, la cui macchina, tuttavia, si è già messa in moto con l’insediamento della commissione incaricata di redigere il regolamento.

In assenza di un «papa straniero» che metta d’accordo tutti, tali consultazioni si terranno domenica 19 marzo. In pista, ufficialmente, al momento c’è solo il consigliere comunale Damiano Fermo ma è molto probabile che vi parteciperanno anche Orietta Salemi, consigliere regionale e segretario cittadino del Pd e Gustavo Franchetto, giornalista ed ex consigliere regionale. Quest’ultimo, però, potrebbe rinunciare a candidarsi nel caso il centrodestra scelga di correre con l’imprenditore Massimo Ferro.

Gli esponenti della maggioranza del Pd veronese, ad ogni modo, sono ancora fiduciosi, dopo la rinuncia di Tommasi, di trovare la quadratura del cerchio su un’opzione civica. L’obiettivo è chiudere entro la fine della prossima settimana. E oltre a quello del provveditore e del poliziotto-scrittore, nelle ultime ore non sarebbero emersi altri nomi di peso. Chiunque sia, poi, dovrà passare al vaglio della litigiosa assemblea cittadina. E non è detto che incassi l’assenso del numero sufficiente di componenti per evitare le primarie, ormai più croce che delizia del Pd.

Ma se il centrosinistra piange, il centrodestra non ride di certo. Qui, però, il problema non è la mancanza ma la sovrabbondanza dei candidati. Gli ultimi ad uscire allo scoperto sono il senatore della Lega Nord Paolo Tosato e Filippo Grigolini del Popolo della famiglia. Per Forza Italia è già sceso in campo da mesi il deputato Alberto Giorgetti, mentre anche il consigliere regionale Stefano Casali, di Verona domani, ha già dato la propria disponibilità. Ai blocchi di partenza per l’associazione Battiti ci sono anche il senatore Stefano Bertacco e l’ex assessore allo Sport Federico Sboarina. L’unico in grado di abbattere gli steccati, a questo punto, potrebbe essere Massimo Ferro.

Fra quanti si sfideranno a primavera, ci saranno di sicuro Alessandro Gennari (Movimento 5stelle) Michele Croce (Verona pulita), Roberto Bussinello (CasaPound) e Marco Giorlo (Tutto cambia).

Enrico Santi

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