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Calano gli introiti delle multe
«Colpa» di sconti e morosità

Le strade della città sono lastricate con la disubbidienza degli automobilisti. Nel senso che una parte dei proventi delle multe va a rimpolpare il budget comunale per la manutenzione dell’asfalto. Non solo. I divieti di sosta ignorati, le corsie preferenziali invase, l’eccesso di velocità, gli ingressi illegittimi nella Ztl e quant’altro si «trasformano» in lampioni e segnaletica nuovi, in interventi per la sicurezza stradale, in tecnologia per potenziare i controlli, eccetera.

Tuttavia, come scriveva ieri Il Sole-24 Ore riportando la statistica nazionale aggiornata, «la strada offre ai Comuni molte meno soddisfazioni di un tempo». Gli introiti delle sanzioni, infatti, continuano a scendere in tutta Italia, salvo rare eccezioni.

Anche a Verona il verbale è meno «ricco». Nel primo semestre del 2016 sono stati incassati cinque milioni e 490 mila euro: il 4,8 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel 2015, in totale, le multe avevano fruttato a Palazzo Barbieri oltre 11 milioni di euro, così pure nel 2014. Ma già da tempo le entrate a questa voce erano in diminuzione: nel 2013 riscossi 14,7 milioni; e l’anno precedente 15,4 milioni. Il decremento complessivo nell’arco di cinque anni, insomma, si avvicina al 30 per cento.

Nonostante ciò, la nostra città si piazza piuttosto bene nella graduatoria nazionale degli incassi «per patentato», al posto numero 23, con 31 euro sborsati mediamente in multe da ogni automobilista. Per intendersi: a Milano, prima in classifica, l’esborso sale a 80 euro a testa, mentre in molte città del Sud scende addirittura sotto i dieci euro, per chiudere con lo «zero virgola» di Palermo, Nuoro e Taranto.

Meno buona, diciamo così, è la posizione di Verona in Veneto. Siamo solo noi, insieme a Rovigo, a registrare la contrazione degli incassi da multe. Al contrario, a Padova e a Vicenza soprattutto, ma in misura minore pure a Treviso, Venezia e Belluno, la «pioggia» di foglietti gialli rimpolpa per bene le casse comunali. Prendiamo Padova, quarta a livello nazionale. Solo tra gennaio e giugno ha «guadagnato» 9,2 milioni di euro, con un boom di incassi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso pari a un più 70 per cento.

«A Verona non abbiamo installato decine e decine di autovelox fissi, come invece hanno fatto Milano e altre città. Questione di scelte. I nostri agenti controllano la velocità di persona, strada per strada, a conferma che qui non si vuole far cassa con la sicurezza stradale», commenta il comandante della polizia municipale, Luigi Altamura.

Al calo degli introiti, il comandante dà poi questa spiegazione: «Su cento multati, sessanta pagano, quaranta si rifiutano di farlo. Tre anni fa è stata introdotta la norma che offre un risparmio del 30 per cento a chi paga la sanzione entro cinque giorni. Ebbene, mentre i quaranta evasori continuano tuttora a non saldare, i sessanta “virtuosi” si assicurano quasi tutti lo sconto. Un tempo, infatti, pagava entro cinque giorni solo il 35 per cento dei multati, oggi il doppio. Il calo degli introiti è quindi inevitabile».L.CO.

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