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C’è una tratta di donne schiave
Mancano leggi adeguate

Una delle ragazze che lavorano sulla Regionale 11
Una delle ragazze che lavorano sulla Regionale 11
Una delle ragazze che lavorano sulla Regionale 11
Una delle ragazze che lavorano sulla Regionale 11

La situazione della prostituzione in città è costantemente monitorata dalla polizia municipale che effettua controlli e identificazioni di ragazze e anche ragazzi che vendono il proprio corpo sulle strade del sesso. Una mappatura via per via, con il luogo in cui vengono trovate in compagnia di clienti. Come ogni estate il fenomeno è maggiormente percepito perché aumenta la domanda. Non ci sono più i numeri di un decennio fa, quando le ragazze erano presenti in circonvallazione Oriani e in molti quartieri cittadini, e in queste settimane gli agenti della polizia municipale hanno operato in zona Stadio tra via Albere e le traverse della Spianà, nella zona di via Roveggia, in Zai, lungo via Pasteur, e sulla Strada Regionale 11, tristemente famosa per gravissimi episodi che hanno visto morire poliziotti e donne, in una violenza senza limiti e senza tempo che nel 2014 troncò la vita ad una ragazza romena Venetita Niacsu, la quarantaseienne prostituta romena trovata massacrata (anche gli investigatori rimasero colpiti dalla violenza usata sulla donna) dietro un distributore di benzina lungo la SR 11. L'omicida è ancora libero. Le denunce per lo sfruttamento poi sono rarissime, le ragazze hanno forse paura di segnalare i nomi degli aguzzini che incassano la gran parte dei soldi di ogni serata. I residenti lamentano gli spettacoli indecenti sotto le proprie finestre e segnalano al sindaco e alla polizia locale queste situazioni. Ma occorre ricordare che la prostituzione su strada non è reato, che l'unico strumento a disposizione è il regolamento di polizia urbana che prevede una sanzione di 450 euro per i clienti e per le ragazze, oggi molto più giovani rispetto a un tempo e che cambiano con frequenza, per un vorticoso "giro" gestito da organizzatori senza scrupoli. Si tratta soprattutto di cittadine romene, bulgare, perciò comunitarie difficili da allontanare dal territorio nazionale, anzi impossibile. Poi ci sono le ragazze nigeriane e di altri paesi africani che spesso prendono il treno da Porta Nuova, per recarsi in altre città, verso Vicenza, Brescia, Trento e Bolzano perché a Verona sanno di controlli pressanti e continui. In questi casi ci sono altre donne più anziane che sfruttano le connazionali. Da mesi si sente parlare di un decreto legge sulla sicurezza urbana per un nuovo giro di vite a tutela dei residenti e dei cittadini. Lo aveva annunciato il ministro Alfano all'assemblea di Confcommercio. Ma nulla si è mosso, e l'ennesimo fatto di sangue a Boscomantico, come in altre città italiane in questa estate, caratterizzata dall'arrivo di migliaia di profughi, anche donne dall'Africa sub-sahariana, dovrebbe indurre il Governo a dare nuovi strumenti legislativi alle forze dell'ordine, impotenti senza chiare denunce contro gli sfruttatori, contro chi riduce in schiavitù le giovani donne, annullando la loro vita e le loro speranze. Poi è aumentato il fenomeno della prostituzione in casa, con siti internet dedicati, suddivisi per città, quartieri, tipo di prestazione richiesta. Canali social dedicati al mercato del sesso. Questa è tutta un'altra storia. Ma le vittime sono sempre loro, le donne.A.V.

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