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DIVIETO NO-KAT

Bus da rottamare
Un terzo della flotta
di Atv fuori regola

Un bus immatricolato 24 anni fa (Machiori)
Un bus immatricolato 24 anni fa (Machiori)
Un bus immatricolato 24 anni fa (Machiori)
Un bus immatricolato 24 anni fa (Machiori)

A bassa velocità verso un parco autobus meno vecchio e inquinante. Per limitare lo smog invernale, da ottobre a marzo vige il divieto di circolazione per i mezzi Euro 0, Euro 1 ed Euro 2. Peccato che la norma debba per forza concedere una deroga: alle corriere del trasporto pubblico. Buona parte delle quali, infatti, rientra nelle categorie a gasolio nemiche dell’ambiente e dei polmoni.

Eppure non si può fare senza, non ancora. Perché proprio a queste «carrette» con venti–trent’anni di servizio sul contachilometri è affidato almeno il 20 per cento della percorrenza in città e nei Comuni confinanti. Non si possono pensionare i vecchi autobus che sbuffano nuvole di fumo nero, insomma, perché non ce ne sono di nuovi con cui sostituirli.

Ma arriveranno presto. I primi nel 2017: una trentina di mezzi nuovi di zecca e ad alta tecnologia «verde». Forse addirittura elettrici. Questa perlomeno è la promessa dell’Atv, che si impegna, grazie a un finanziamento europeo di quasi 4 milioni che perviene attraverso la Regione e il Comune, a rinnovare la sua flotta fino alla totale eliminazione dei bus Euro 0 nel 2018.

Ma partiamo dalla situazione attuale. L’Atv oggi può contare su 600 autobus per garantire il servizio di trasporto pubblico: 8 milioni di chilometri solo in città e nella cintura suburbana. L’8 per cento di questa percorrenza viene coperta da 65 corriere a diesel Euro 0. Un altro 22 per cento è affidato a mezzi Euro 2 (quindi ancora fuorilegge) ed Euro 3. Il restante 70 per cento del chilometraggio si macina, per fortuna, con i più recenti e performanti autobus a metano. E in provincia? La maggior parte dei passeggeri viene trasportato con mezzi Euro 3 ed Euro 4, acquistati nei primi anni Duemila.

Non è una bella situazione in una delle città più inquinate d’Italia. L’Atv, però, parte da una rassicurazione: «Gli autobus più vecchi vengono fatti circolare il meno possibile. A loro sono affidate solo le corse “bis” e le emergenze. Oltre a essere molto inquinanti, questi mezzi difettano anche di comfort e di sicurezza. Perciò vanno rottamati al più presto», spiega il presidente Massimo Bettarello.

Poi la promessa: «Nell’arco del nuovo anno acquisteremo 25-30 corriere nuove, e altrettante nel 2018. Saranno motori a metano o, al limite, Euro 6. Ma siamo molto interessati alle innovative tecnologie elettriche. Stiamo guardando cosa propone il mercato e, se troveremo il prodotto adatto alle nostre esigenze, buona parte dei nuovi autobus potrebbe essere proprio elettrica».

«Quando avremo in città il filobus, elettrico pure quello, Verona potrebbe diventare una delle prime città con un trasporto pubblico a bassissimo impatto ambientale», prefigura Bettarello con entusiasmo. Oggi come oggi sembra un’utopia, ma si starà a vedere. Per questa «svolta» ci si affida al finanziamento di 3,7 milioni di euro che arriva dall’Europa; l’Atv metterà ulteriori 2,5 milioni di tasca propria. Il costo medio di un autobus nuovo si aggira fra i 200 e i 300mila euro, a seconda della capienza, del motore e della tecnologia. Se verranno ordinati all’inizio dell’anno, saranno consegnati dopo quattro-sei mesi.

Ma c’è un motivo in più per cui l’Atv vuole svecchiare il parco mezzi. C’è in ballo la gara, indetta dalla Provincia, per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico. E la qualità degli autobus sarà uno dei parametri di maggior peso.

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