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Brutti, vuoti e pericolosi: il tramonto dei tabelloni

Decine e decine di metri di tabelloni elettorali in metallo e fissati a terra lungo la pista ciclabile e pedonale ai giardini Lombroso, via D’Annunzio FOTO MARCHIORIGiovani davanti ai tabelloni vuoti. La propaganda elettorale ormai è sui social, giornali e televisioniI tabelloni sono diventati un intralcio per i pedoni in molti marciapiedi e creano problemi di visibilità
Decine e decine di metri di tabelloni elettorali in metallo e fissati a terra lungo la pista ciclabile e pedonale ai giardini Lombroso, via D’Annunzio FOTO MARCHIORIGiovani davanti ai tabelloni vuoti. La propaganda elettorale ormai è sui social, giornali e televisioniI tabelloni sono diventati un intralcio per i pedoni in molti marciapiedi e creano problemi di visibilità
Decine e decine di metri di tabelloni elettorali in metallo e fissati a terra lungo la pista ciclabile e pedonale ai giardini Lombroso, via D’Annunzio FOTO MARCHIORIGiovani davanti ai tabelloni vuoti. La propaganda elettorale ormai è sui social, giornali e televisioniI tabelloni sono diventati un intralcio per i pedoni in molti marciapiedi e creano problemi di visibilità
Decine e decine di metri di tabelloni elettorali in metallo e fissati a terra lungo la pista ciclabile e pedonale ai giardini Lombroso, via D’Annunzio FOTO MARCHIORIGiovani davanti ai tabelloni vuoti. La propaganda elettorale ormai è sui social, giornali e televisioniI tabelloni sono diventati un intralcio per i pedoni in molti marciapiedi e creano problemi di visibilità

Brutti ma estremamente funzionali alla campagna elettorale, una volta. Ora nemmeno quello, o solo in parte rispetto un tempo. I grigi pannelli metallici su cui troveranno spazio le gigantografie dei simboli di partito e dei leader politici locali e nazionali in lizza per conquistare uno scranno in Parlamento sono ancora pressoché deserti e spogli in vista del 4 marzo. Di solito, l’affissione avviene negli ultimi dieci giorni o anche solo una settimana prima del voto ma quest’anno potrebbero non riempirsi del tutto nemmeno nei prossimi giorni. E pensare che sono stati dispiegati al massimo della loro capacità in virtù del numero di liste presenti. Per le elezioni politiche del 4 marzo, gli spazi di propaganda elettorale assegnati dal Comune, che ha l’obbligo per legge di allestire i tabelloni, sono 28 di cui 11 riservati alle candidature uninominali. Per il Senato, il numero sale a 30 con 12 spazi per le uninominali. Ecco così serviti i serpentoni grigi che in molti punti della città creano delle vere e proprie barriere visive in grado di deturpare il panorama, contro le quali al nostro giornale sono già arrivate parecchie segnalazioni e lamentele da parte dei veronesi. È il caso, ad esempio, della lunga fila di pannelli che si arrampica verso il lungadige partendo a pochi passi dalla basilica di San Giorgio. O il serpentone di corso Porta Nuova, di fronte al monumento sanmicheliano e davanti alla sede della Camera di Commercio dove, per ora, fa bella mostra di sé solo il manifesto della ministra alla Salute, ricandidata con la sua lista Civica e Popolare, Beatrice Lorenzin. Completa il “panorama” elettorale, nell’area della prima circoscrizione, lo spazio in via Saffi, nei giardinetti di San Bernardino. E ancora, allontanandosi dalla città antica, la mappatura dei pannelli comprende la piazza dell’Arsenale a lato dei parchi gioco, i dintorni della chiesa di Ponte Crencano, piazzale Olimpia allo Stadio, Saval e Borgo Nuovo, la piazza del Popolo a San Michele Extra. In totale, su tutto il territorio comunale, i punti dei pannelli sono 25. E la loro dislocazione è consultabile sul sito del Comune. Tra social network e preferenze che si raggranellano a suon di click e visualizzazioni online, i manifesti itineranti sui furgoni a vela che girano in lungo e largo la città, più visibili seppur non proprio a impatto zero, e gli incontri a tema, gli spazi dei pannelli elettorali sembrano però aver perso via via appeal. Lo testimonia una tendenza iniziata già da alcune turnate elettorali e che sta trovando conferma in modo progressivo. Già da alcuni giorni si vede girare in città il furgone elettorale con i volti giganti dell’ex sindaco Flavio Tosi in corsa con Noi per l’Italia o del leader della Lega Nord Matteo Salvini. E, tra l’altro, in questa campagna elettorale giocata tutta sui simboli di partito, i candidati sono meno invogliati a investire. «Come materiale elettorale non ho in programma manifesti con la mia immagine: c’è già abbastanza confusione su come votare. È necessario far emergere il simbolo», conferma l’assessore e senatore, ricandidato in quota a Fratelli d’Italia, Stefano Bertacco. Manifesti sui pannelli metallici presenti, invece, per il candidato della Lega Nord Paolo Paternoster che proprio ieri pomeriggio era in tour di affissione in Valpolicella ma che, oltre al cartaceo, ha arruolato per la campagna come tutti i colleghi del Pd, del Movimento di 5 Stelle e degli altri schieramenti, anche i social network e le vele, oltre le più classiche ospitate su tv e radio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ilaria Noro

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