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Bricolo: «Il sito si presta a diverse vocazioni» Chiesta una regia unica

L’edificio principale dell’Arsenale
L’edificio principale dell’Arsenale
L’edificio principale dell’Arsenale
L’edificio principale dell’Arsenale

Evidenziare gli spazi vuoti dell'ex Arsenale piuttosto che gli interni, fino ad abbattere le superfetazioni e i corpi aggiunti nel periodo post austriaco. Trasferire il Museo di Storia Naturale nel compendio asburgico, cuore di Borgo Trento. Privilegiare spazi per mercati, ma anche per il coworking e i giovani, e garantire l'utilizzo pubblico, in chiave innovativa e moderna, della struttura. E soprattutto partire subito con la messa in sicurezza delle coperture utilizzando i 9 milioni a bilancio, come proposto dagli architetti. Finito il tempo delle concertazioni per lasciare spazio a ogni proposta pubblica sulla destinazione d'uso dell'Arsenale, a Palazzo Barbieri si iniziano a delineare le prime tracce per il futuro della struttura. Anche se nella commissione di ieri pomeriggio i consiglieri hanno preferito rimandare la discussione sui singoli progetti arrivati nei mesi scorsi da professionisti e cittadini a dopo il convegno di oggi in Gran Guardia, in cui verranno presentate le singole proposte, qualche ipotesi comincia a diventare prevalente rispetto alle altre. L'obiettivo è fare sintesi, entro l'inizio dell'anno prossimo, per asciugare il più possibile le 60 proposte arrivate negli uffici comunali, più o meno elaborate, e stringere su un massimo di tre scenari in vista del progetto definitivo da presentare alla Soprintendenza. Ieri si è ragionato intanto sulla necessità di una regia unica e di un coordinamento per poter far funzionare il sistema Arsenale, ribadendo la decisione dell’amministrazione di procedere senza varianti urbanistiche. «Individuare chi coordini e garantisca il buon vicinato tra chi si installerà all'Arsenale è fondamentale», evidenziano il consigliere dei 5 Stelle Alessandro Gennari e Andrea Velardi di Forza Italia. «L'associazione culturale Interzona ha proposto che sia una Fondazione unica a gestire gli spazi, mentre Italiana Costruzioni punta a essere il gestore unico, tramite un project financing», replica l'assessore all'urbanistica Ilaria Segala, mettendo in risalto già due possibili opzioni. Tommaso Ferrari di Verona Civica si chiede se possano coesistere differenti destinazioni d'uso. La risposta arriva da Filippo Bricolo del Politecnico di Milano, che sta affiancando l'ufficio tecnico comunale per l'analisi dei documenti. «La nuova tendenza è di far vivere gli spazi delle città in diversi orari e con modalità svariate. Il compendio si presta a diverse vocazioni, incrociando nuove e passate progettualità». Federico Bucci, sempre del Politecnico, invita infine a fare un passo indietro, riscoprendo l'Arsenale come ex luogo di orti. «Si può ragionare sull'intervento di recupero evidenziando lo spazio vuoto piuttosto che quello pieno», dichiara, «senza costruire nulla in un quartiere già fortemente urbanizzato». C.BAZZ.

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