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Boom di richieste per il bonus bebè

Quasi duemila domande per il bonus Mamma Domani sono state presentate nella provincia scaligera in meno di tre settimane. La “dolce attesa” di molte veronesi, che per mesi hanno aspettato l’attivazione della procedura telematica per richiedere il bonus nascita o adozione, è stata premiata e in una ventina di giorni il sito dell’Inps e i patronati sono stati presi d’assalto da almeno 1.900 neomamme.

A fornire i numeri è il nuovo direttore della sede centrale dell’Inps di via Battisti, Dario Buonomo. «Dai dati aggiornati al 23 maggio risulta che siano giunte finora 901 domande a Verona, 266 per l’agenzia Inps di Legnago, 182 per Caprino, 241 per San Bonifacio e 286 per Villafranca», spiega Buonomo. «Ora le istanze dovranno essere vagliate: oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un primo incontro operativo e al più presto partiranno i pagamenti».

Il bonus Mamma Domani è un contributo una tantum di 800 euro, utile per affrontare le prime spese legate alla nascita del figlio (gli esami pre parto, i farmaci, il passeggino, la culla, i vestitini), e doveva essere attivo dal primo gennaio. Peccato che, fino all’inizio di maggio, non si trovassero nemmeno i moduli per presentare la domanda.

Quando la situazione è stata sbloccata, dunque, è scattata la corsa al bonus, che può essere richiesto dalla futura madre al compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’ottavo mese) oppure al momento della nascita o dell’adozione, anche retroattivamente per gli eventi che si sono verificati a partire dal primo gennaio scorso.

I numeri forniti dal direttore dell’Inps comprendono sia le pratiche presentate direttamente dalle neomamme all’Istituto di previdenza, sia quelle inoltrate tramite i vari patronati. «Molte donne stanno presentando da sole la domanda, perché la procedura è molto semplice: è sufficiente avere il pin del cittadino fornito dall’Inps», spiega Monica Bombieri, responsabile del patronato Inas Cisl, che ha registrato finora 143 istanze. «La prima affluenza è stata di chi aveva già partorito nei mesi scorsi e ha dovuto aspettare: dopo aver smaltito questi arretrati, ora iniziamo a ricevere anche donne all’ottavo mese di gravidanza».

Molte delle interessate sono straniere, come conferma Rino Davoli, responsabile del patronato Ital Uil, che si sta occupando al momento di 95 pratiche. «Circa il 50 per cento delle domande viene presentato da neomamme straniere, in parte perché tendono ad avere più figli, in parte perché paradossalmente sembrano conoscere le opportunità offerte dallo Stato meglio degli stessi italiani», racconta Davoli. «Sotto questo profilo abbiamo ricevuto qualche lamentela, perché alcune donne si sono sentite discriminate». Per poter richiedere il bonus, infatti, le cittadine extracomunitarie devono essere in possesso dello status di rifugiato politico o della cosiddetta carta di soggiorno (di lungo periodo): il semplice permesso, infatti, non è sufficiente. «Come Inca Cgil abbiamo già vinto alcuni ricorsi per il bonus Bebè a favore di cittadine extracomunitarie senza carta di soggiorno», spiega Eleonora Fadini, direttrice del patronato Inca Cgil, che ha inoltrato all’Inps finora 170 domande. «Faremo così anche per il bonus Mamma Domani: intanto raccogliamo le domande, facendo presente che si andrà incontro a un diniego, e poi faremo ricorso al Tar».

Manuela Trevisani

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