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VELENI NELLA MAGGIORANZA

Bici rubate
date ai profughi?
Scontro in Comune

La consegna delle bici ai profughi
La consegna delle bici ai profughi
La consegna delle bici ai profughi
La consegna delle bici ai profughi

Biciclette rubate assegnate a profughi? Scoppia il caso. «Assurdo. Perché non le diamo invece a veronesi poveri?». Accende la miccia - e l’incendio scoppia anche sui social network - Vittorio Di Dio, della destra di Verona Sociale, vicecapogruppo della Lista Tosi in Consiglio comunale. Il quale torna, su questo tema, all’aperta e per certi versi sistematica opposizione - pur essendo nella sua maggioranza - all’assessore ai servizi sociali, Anna Leso. Già da lui contestata (per citare solo il progetto più recente) quando lei, ovviamente per conto dell’Amministrazione, ipotizzava di insediare l’emporio della solidarietà, della Caritas, a Veronetta, a Palazzo Bocca Trezza (e non se ne è più fatto niente). E la Leso è stata in prima linea nel presentare l’iniziativa delle bici. Non è un dono ai richiedenti asilo (1.600, nel Veronese), con bici rubate non più messe all’asta, ma una sorta di comodato d’uso gratuito per quelli ospitati all’Ostello della Gioventù di Veronetta, al Samaritano, in Zai, e nei centri gestiti dalla cooperativa Spazio Aperto (fra gli altri a Costagrande, sopra Avesa). Le prime bici sono state una trentina.

Di Dio, però, tuona: «Non ritengo giusto e non condivido affatto questo modo di fare politica», dice il consigliere in una nota per sms, «di chi è pronto a sfruttare la povertà pur di farci apparire buoni e caritatevoli. Se le biciclette donate oggi ai richiedenti asilo, per cui a potenziali clandestini», aggiunge di Dio, «fossero state invece regalate a famiglie veronesi indigenti costrette ad andare a piedi, non sarebbe stato meglio?».

Da noi interpellata, la Leso però replica: «Le trenta biciclette sono state concesse dall’economato alla direzione servizi sociali su richiesta di questa, che le ha date in comodato gratuito (quindi non donate) alle tre associazioni per le attività sociali da loro promosse, compresa quella della gestione dei profughi impegnati nell’inserimento di lavori utili. Le bici servono per gli spostamenti da un luogo all’altro. I mezzi sono in perfetto stato, quindi né vendibili né utilizzabili se non prima riparate».

La Leso aggiunge che «altrettanto il settore economato sta facendo su richiesta di un’atleta veronese, ciclista, per un progetto sociale internazionale nei confronti di chi è meno fortunato. Infine ha avanzato una richiesta anche il reggimento Alpini di Verona, per spostamenti interni alla caserma, che si sta valutando». Questa la risposta dell’assessore alle polemiche. «Il regolamento comunale dice che le stesse bici rinvenute dopo un certo tempo possono essere o vendute mediate procedura di asta giudiziaria, e il ricavato va sul conto corrente di beneficenza del Comune, o essere donate o prestate per finalità sociali. Ed è quanto stiamo facendo».

Enrico Giardini

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