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Battiti propone Verona
capitale della cultura

I rappresentanti di Battiti a Castel San Pietro FOTO MARCHIORI
I rappresentanti di Battiti a Castel San Pietro FOTO MARCHIORI
I rappresentanti di Battiti a Castel San Pietro FOTO MARCHIORI
I rappresentanti di Battiti a Castel San Pietro FOTO MARCHIORI

Rendere Verona «capitale della cultura», anzitutto creando un’agenzia per promuovere il «brand», cioè il marchio Verona, «inteso come cultura e turismo». Questa agenzia dovrebbe «gestire in maniera unitaria e trasparente le risorse delle società partecipate» e operare «come convogliatore di risorse sulla città e sul territorio provinciale, con un’incisiva azione di raccolta fondi». Soldi da raccogliere, anche, grazie alla tassa di soggiorno, «che a Verona rendere 2,2 milioni all’anno, molto meno di altre città, forse perché qui è minore la presenza di soggiorni».

Sono le proposte di Battiti, l’associazione politica, presieduta da Federico Sboarina, ex assessore come altri soci, Stefano Bertacco, senatore di Forza Italia, Daniele Polato, capogruppo di FI in Comune, Alessandro Montagna, Marco Padovani, che con altri consiglieri circoscrizionali sono in corsa, nel centrodestra, in vista delle elezioni amministrative dell’anno prossimo. E Battiti ha scelto, per lanciare le sue proposte, Castel San Pietro, l’edificio asburgico, di proprietà della Fondazione Cariverona, in ristrutturazione per ospitare il museo di Storia naturale.

Ma la scelta fa riferimento al luogo in cui è sorta Verona, da cui si ammira la città antica, sopra il Teatro Romano. «Che noi siamo contrari venga affittato per un uso soltanto privato, come ha fatto l’Amministrazione, perché il Teatro Romano è di tutti i veronesi e sono altri i modi per valorizzare i nostri monumenti». A Verona serve però «un assessore alla cultura a tempo pieno e altamente qualificato e manager competenti che abbiano la responsabilità dello sviluppo culturale, che nella Fondazione Arena ha «la punta di diamante».

Sul fronte più strettamente politico, peraltro, Battiti glissa sui movimenti politici del centrodestra scaligero, dove l’associazione è alleata Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, L’Officina e Lista Zaia-Futuro Popolare. Si parla di una ripresa di dialogo fra il Fare!, di Tosi, e Forza Italia. «A noi interessano i programmi per la città», dice Sboarina, su cui trovare condivisione». Bertacco: «Io sono e resto in Battiti», dice Bertacco, «perché per me vale la parola e l’amicizia. Battiti è nata subito dopo le elezioni del 2012, quando Forza Italia non esisteva più e noi ci siamo immolati proprio per rispettare questa coerenza. Quanto a Roma, io sono “senatore per caso”, perché non ho mai più visto e sentito nessuno. Battiti sta cercando di fare a livello locale un’operazione come quella di Parisi». Polato: «Vogliamo essere uno strumento per unificare il centrodestra. Con la Lega c’è un rapporto di trasparenza. E Fare! e anche gruppo vicini ci stanno cercando. Siamo attenti anche alle idee di altri».E.G.

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