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Barriere anti-attentati
ecco le novità allo studio

Barriera a scomparsa davanti a un cancello a New York
Barriera a scomparsa davanti a un cancello a New York
Barriera a scomparsa davanti a un cancello a New York
Barriera a scomparsa davanti a un cancello a New York

Barriere anti-attentati terroristici fino a sei metri, fatte di metallo, quindi in grado di stoppare con successo un furgone o un automezzo pesante. Impedendogli di proseguire. Ma impianti «a scomparsa», da far uscire da terra a comando, come i pilottini cilindrici per zone di sosta e accessi in centro storico.

Pur continuando ancora a utilizzare i new-jersey in cemento, per delimitare piazza Bra in occasione di grandi afflussi in Arena per le opere liriche e i concerti - dopo l’attentato di Barcellona resteranno fino a ottobre, come ha deciso il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza - l’Amministrazione comunale sta studiando, però, un’altra soluzione. Ipotizzando anche di delimitare piazza Bra oltre lo spazio già attualmente chiuso ai mezzi.

GIÀ UTILIZZATO in varie città italiane ed estere, questo impianto, tra cui Londra e New York. Appunto, «road blocker», cioè barriere antiurto, da collocare sottoterra, che fuoriescono, se azionate, come una tapparella metallica che oppone una fortissima resistenza (come si vede nella foto che pubblichiamo in basso a questa pagina).

Al momento l’assessore comunale al traffico e alle infrastrutture, Luca Zanotto, sta vagliando varie ipotesi e modelli, con l’obiettivo di trovare una soluzione stabile. Tra quelli reperibili anche su internet, uno piuttosto diffuso di barriera è lungo dai due ai sei metri - ma si può arrivare anche oltre - alto un metro circa da terra, largo circa due. Sottoterra ha bisogno di un vano di una quarantina di centimetri di profondità.

Stando a descrizioni consultabili, un «road blocker» con queste caratteristiche è in grado di reggere l’urto di un furgone o di un camion anche di sette-otto tonnellate, che viaggia a una velocità sostenuta, intorno ai cento chilometri orari.

«NON SIAMO IN GRADO in questo momento di dire quale sarà la soluzione che intendiamo adottare per le barriere anti-attentati», dice l’assessore Zanotto, «ma ci stiamo interessando e vogliamo arrivare alla migliore scelta, dopo aver contattato vari produttori di queste strutture. È chiaro, comunque, che la soluzione delle barriere “a scomparsa”, già in uso in molte città, oltre a essere quella più efficace, è anche migliore dal punto di vista estetico».

CERTO, LE BARRIERE stradali, che siano new jersey di cemento o «road blocker» di acciaio, non sono certo la panacea per scongiurare atti terroristici come quello di Barcellona sulla Rambla e prima di Nizza, Berlino, Londra, Stoccolma, con camion o auto che fanno strage di passanti su strade e marciapiedi.

Anche perché andrebbero chiuse, allora, e stabilmente, tutte le aree di passeggio o le vie che portano a piazze o a luoghi urbani in cui ci concentrano folle. In ogni caso, questa è uno delle tante misure preventive, naturalmente insieme al lavoro di “intelligence” e alla presenza di forze dell’ordine a presidiare gli accessi.

IL TEMA DELLE ZONE in cui collocare eventualmente le barriere a scomparsa è pure in corso di valutazione. Nel caso della Bra potrebbero anche non essere poste soltanto lungo il perimetro della piazza, ma anche nelle strade di accesso e in quelle limitrofe. Ciò per evitare dunque che automezzi possano introdursi in centro e arrivare in Bra e sul Liston. Ma sono tutti aspetti per il momento soltanto allo studio di Palazzo Barbieri. L’allerta, però, resta altissima.

Enrico Giardini

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