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ATTI PERSECUTORI

Bar fracassone
Gestori a giudizio
per stalking

Bar fracassone, gestori a giudizio per stalking (foto da archivio)
Bar fracassone, gestori a giudizio per stalking (foto da archivio)
Bar fracassone, gestori a giudizio per stalking (foto da archivio)
Bar fracassone, gestori a giudizio per stalking (foto da archivio)

Quando la musica ad alto volume e gli schiamazzi notturni in un bar si trasformano in un’accusa di stalking. È il caso di un locale di Isola Rizza, il Nek Café, divenuto celebre in passato per aver ospitato anche la sexy barista bresciana Laura Maggi.

Ieri sono stati rinviati a giudizio i gestori dell’attività, Nicola Canuti, di 26 anni, e il padre Bruno, di 60 anni, accusati di atti persecutori per aver costretto i vicini del bar a cambiare le proprie abitudini di vita «organizzando serate con musica alta e progressivo aumento di schiamazzi, incitando gli avventori del Nek Café ad urla protratte anche fino a tarda notte, cori e prese in giro rivolti direttamente alle parti offese».

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i gestori del locale avrebbero creato un “urlo“ da fare ogni qualvolta passava uno dei vicini. Non solo. Sempre secondo le accuse, avrebbero lanciato sassi, abbandonato calici di vetro rotti o mozziconi di sigarette all’interno delle proprietà dei vicini, oltre a spargere urine, vomito e bottiglie vuote nelle immediate vicinanze del Nek Café.

Comportamenti che la procura ha ritenuto «persecutori» nei confronti dei residenti della zona, che si sarebbero visti costretti a modificare le proprie abitudini di vita, andando a dormire altrove nel fine settimana, cercando di non farsi vedere quand’erano in casa, arrivando persino a cambiare il proprio percorso in occasione delle passeggiate con il cane. Alcuni dei residenti, secondo le accuse, avrebbero addirittura smesso di frequentare amici e parenti perché avevano paura di essere scherniti o insultati.

Ieri mattina il caso è stato trattato dal giudice per l’udienza preliminare Raffaele Ferraro: Nicola e Bruno Canuti, difesi dagli avvocati Martino Saccone e Giulia Pimazzoni, sono stati rinviati a giudizio e dovranno comparire davanti al tribunale il prossimo 20 gennaio, quando avranno la possibilità di dare la propria versione dei fatti.M.TR.

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