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Aziende all’estero, ora nel mirino l’Amia «africana»

«Dopo Macedonia e Albania la municipalizzata Amia va ora in missione anche in Togo e Benin, Africa Occidentale. Lo fa senza grancassa e con una delegazione in cui non figura neanche un dirigente. Per quanto si sa, infatti, sono partiti un responsabile dell’officina, un impiegato dell’ufficio acquisti e un giovane ispettore. Perché?»

La domanda arriva dalla consigliere comunale del Pd Elisa La Paglia. Si riapre dunque la polemica sugli impegni «stranieri» delle aziende municipalizzate, dopo l’attacco all’Agsm della deputata del Pd Alessia Rotta per gli investimenti in Albania.

«Ufficialmente», riprende La Paglia sull’Amia in Africa, «l’incarico è di valutare la redditività di una non meglio specificata consulenza, ma la delegazione è evidentemente priva di poteri decisionali. E a quale tipo di strategia o logica aziendale risponderebbero queste missioni all’estero? Lo chiederemo ai vertici Amia-Agsm in una commissione che ho chiesto di convocare. Ricordiamo che per l’Albania sono stati comprati mezzi nuovi mentre a Verona, come denunciano le rappresentanze sindacali interne, i lavoratori Amia sono spesso alle prese con mezzi vecchi che in certi casi hanno dato luogo a situazioni di pericolo. Come società pubblica, Amia ha il dovere di provvedere prima ai bisogni della comunità che paga gli stipendi della ricca collezione di direttori, presidenti e dirigenti, se poi ritiene convenienti appalti all’estero, si confronti nelle sedi opportune».

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