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ALL'UNIVERSITÀ

Avvocati in erba
a processo: ma è
una simulazione

Studenti impegnati nella simulazione di un processo all'ateneo scaligero(Archivio)
Studenti impegnati nella simulazione di un processo all'ateneo scaligero(Archivio)
Studenti impegnati nella simulazione di un processo all'ateneo scaligero(Archivio)
Studenti impegnati nella simulazione di un processo all'ateneo scaligero(Archivio)

In questi giorni il dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Verona ospita oltre 80 aspiranti avvocati per le qualificazioni nazionali della nuova edizione della Philip C. Jessup international law moot court competition, la simulazione di un processo tra Stati dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia, l’organo giudiziario delle Nazioni Unite. I vincitori parteciperanno alla competizione internazionale che si terrà in primavera a Washington D.C.

 

Il caso di quest’anno affronta questioni giuridiche relative allo sfruttamento delle risorse naturali, alla tutela del patrimonio culturale e alla protezione dei rifugiati. Oltre all’università di Verona, concorrono altre otto università italiane: la Luiss “Guido Carli”, l’università di Roma Tre, l’università degli studi di Milano, l’università di Messina, l’università degli studi di Napoli “Federico II”, l’università di Torino e l’università di Trento. La squadra veronese è composta da Tina Daniela Culeac, Giulia Davi, Luca Tronconi, Michela Sartori ed Elena Zumerle, coordinati da Enrico Milano, professore di Diritto internazionale, con il supporto di Marco Comencini, Giulia Vernizzi e dell'avvocatessa Sondra Faccio. 

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