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Autostrada, la bufera diventa politica

L’autostrada del Brennero l’altro giorno durante i disagi causati dalla nevicata
L’autostrada del Brennero l’altro giorno durante i disagi causati dalla nevicata
L’autostrada del Brennero l’altro giorno durante i disagi causati dalla nevicata
L’autostrada del Brennero l’altro giorno durante i disagi causati dalla nevicata

La bufera sull’Autobrennero continua. E non solo perché ha ripreso a nevicare dopo i disagi dell’altra notte, ma si scatena ora anche la bufera politica con l’entrata a gamba tesa del ministro Toninelli che ha mandato gli ispettori sul posto tuonando che la gestione tornerà pubblica visto che la concessione è scaduta. Immediate le reazioni, anche dei trentini: la società è già pubblica per l’85 per cento e la concessione è già oggetto da settimane di un braccio di ferro tra Roma e enti locali, tra i quali Comune di Verona (5,5%), Provincia di Verona (5,5) e Camera di commercio (1,69). Ma vediamo come si è sviluppata la giornata, infiammata dalle dichiarazioni del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli dopo che migliaia di automobilisti e camionisti sono rimasti bloccati in autostrada per la neve anche per 12 ore. Secondo la società autostradale, che ieri sera ha diffuso una nota ufficiale di scuse (vedi box), molti, soprattutto camionisti, non avrebbero rispettato le regole per gomme da neve e catene, bloccando il traffico. «Vogliamo vederci chiaro sui disagi che si sono verificati negli ultimi giorni sulla A22», ha detto il ministro. «È infatti già in corso un’ispezione per verificare che il concessionario sia intervenuto adeguatamente per garantire la sicurezza degli utenti, come prevede la convenzione». Perché, ricorda, «la concessione è scaduta da anni e si è ad un passo dal rinnovo con una gestione totalmente pubblica e più conveniente per i territori e per chi viaggia - aggiunge - Nonostante ciò l’attuale concessionario, la cui gestione non si può dire sia stata soddisfacente in questi giorni, e che in questi anni di proroga ha continuato a godere di ricchi profitti, ha fatto ricorso contro la rivoluzione che stiamo mettendo in atto». E in serata ha aggiunto: «Chi si è ingrassato con la grande mangiatoia delle autostrade cercherà in tutti i modi di fermarmi, ma vado dritto per la mia strada e rimetterò a posto le cose, con infrastrutture meno care e più sicure». «Noto in queste ore molto nervosismo in qualche esponente politico del Nordest, e non solo, che sta perdendo le staffe - ha commentato - Stiano tranquilli ed evitino di fare una polemica che si ritorce loro contro, malgrado il solito codazzo di stampa amica. La mia nota era chiara: si parlava di rinnovo a una concessionaria totalmente pubblica, ripeto totalmente, come non lo è Autobrennero Spa». «Ma autenticamente pubblico - prosegue il ministro - sarà finalmente l’interesse privilegiato con il nuovo schema di concessione, sia in favore dei territori che dei cittadini che viaggiano. Stop infatti all’asfalto elettorale, ai clamorosi e ingiustificati dividendi, sì a pedaggi più equi». Immediate le repliche locali e nazionali. SINDACO SBOARINA. Il sindaco Federico Sboarina è sorpreso: «Non si capisce bene di che cosa stia parlando il ministro Toninelli, perché l’A22 non è una società privata ma pubblica all’85%, con una gestione improntata alla sicurezza, all’efficienza, all’ambiente e al rigore. Il ministro parte da un presupposto sbagliato, perciò quando parla di rivoluzione dice un falso storico perché la gestione è già pubblica. Se la concessione è in regime di proroga è perché lo Stato non ha ancora fatto il bando, non è responsabilità dei soci». Soci che tra l’altro hanno già riversato i dividendi sul territorio per nuove opere, proprio come vuole il ministro Toninelli nelle sue dichiarazioni. Contro Toninelli sono arrivate poi anche le dichiarazioni della deputata altoatesina di Forza Italia Michaela Biancofiore e da Maurizio Lupi, presidente della componente Nci-Usei della Camera dei deputati, mentre per la deputata veronese del Pd Alessia Rotta «Toninelli si conferma ministro a sua insaputa». Sorpreso anche il presidente della società di gestione dell’A22, Luigi Olivieri: «La gestione interamente pubblica dell’Autobrennero riguarda i futuri spero 16 enti concessionari che firmarono in questo senso un accordo nel 2016», dice. DELIBERA CIPE. Ma c’è un altro punto delicato in questa battaglia: la delibera del Cipe di fine novembre scorso con la quale si vuole ridisegnare la concessione, centralizzando la governance. La delibera è già stata impugnata dalle province di Trento e Bolzano, di Modena, dalla società di gestione A22 e si uniranno ai ricorsi anche gli enti locali veronesi (Comune, Provincia e Camera) insieme con quelli di Mantova. Nei conteggi, la delibera prevede che vengano restituiti 450 milioni di euro, cifra conteggiata dalla scadenza della concessione, nel 2014, a oggi. Una pesante ipoteca sulle opere già programmate. OPERE ADDIO. Per il senatore Pd Vincenzo D’Arienzo «Toninelli da mesi sta impedendo il rinnovo della concessione della A22 con gravi danni per Verona, ed è ben spalleggiato dalla Lega. Per Verona il ritardo causato da Lega e 5Stelle – e ancor peggio il mancato rinnovo della concessione - avrà importanti ricadute: niente terza corsia tra Verona e Modena, no alla terza corsia dinamica Bolzano Sud-Verona, no ai 35 milioni per la mediana provinciale da Nogarole Rocca a Isola della Scala, no al nuovo casello di Verona nord». •

Maurizio Battista

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