<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Autonomia al Veneto entro l’anno»

Il tavolo al ministero per l’autonomia regionale con il ministro Erika Stefani e il governatore Luca Zaia
Il tavolo al ministero per l’autonomia regionale con il ministro Erika Stefani e il governatore Luca Zaia
Il tavolo al ministero per l’autonomia regionale con il ministro Erika Stefani e il governatore Luca Zaia
Il tavolo al ministero per l’autonomia regionale con il ministro Erika Stefani e il governatore Luca Zaia

«Oggi è una giornata storica». Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, lo dice prima di incontrare la ministra agli Affari regionali Erika Stefani. Il tema è quello dell’autonomia, sul quale, si dice sicuro, «faremo un grande passo in avanti». L’incontro si è svolto al Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie in via della Stamperia. Si tratta del primo atto del nuovo governo gialloverde dopo l’esito del referendum del 22 ottobre scorso. Riprende, quindi, la corsa di alcune regioni verso il traguardo di un’autonomia differenziata, dopo la pausa imposta dalle elezioni del 4 marzo e la lunga fase delle trattative per la formazione del governo. La nuova legislatura, con la presenza della leghista vicentina Stefani a Palazzo Cornaro, potrebbe quindi spianare la strada a un’applicazione storica dell’articolo 116 terzo comma della Costituzione. E il cronoprogramma indicato dalla ministra e dal governatore veneto parla chiaro: una legge delega “leggera“, come ha tenuto a sottolineare Zaia al termine della riunione, comprendente tutte e 23 le materie, con una dead line che la stessa Stefani ha delineato per la fine dell’anno. «Alla luce del buon lavoro fatto dalla regione Veneto, che mi è stato prospettato oggi, stabiliremo una nostra delegazione trattante, per cui una volta instaurati i tavoli tecnici auspico che si possa avere entro la fine dell’anno la firma di un’intesa», riferisce infatti la ministra. Chiarendo un punto delicato, che peraltro aveva caratterizzato un velato braccio di ferro tra l’ex sottosegretario Gian Claudio Bressa (estensore del terzo comma dell’articolo 116 della Carta durante la riforma del 2001) e più di un governatore: «Rispetto al trasferimento delle competenze dovrà corrispondere un trasferimento delle risorse e della copertura, per cui se non c’è la competenza dello Stato non si vede perché lo Stato debba avere questo tipo di risorse», precisa Stefani dopo il faccia a faccia con Zaia. Tuttavia, ammette che l’iter per una maggiore autonomia delle regioni «non sarà un percorso facile». L’intesa, aggiunge, «tiene conto di 23 materie, cosa che però era prevista già nella pre-intesa, quindi una volta partiti i tavoli tecnici potremo elaborare il testo definitivo». Già lo scorso inverno, Zaia aveva anticipato, in Commissione parlamentare Affari regionali, la richiesta di piena operatività su tutte e 23 le materie. Rivendicazione ribadita anche ieri: «Confermiamo in tutto e per tutto il nostro progetto iniziale». E sul punto più spinoso aggiunge: «I costi sono affrontabili, anche perché il Veneto è una regione assolutamente virtuosa, cosa che è sotto gli occhi di tutti. Poi ricordo che ci sono 30 miliardi di sprechi che sono un terzo dell’interesse sul debito pubblico, che invece dovrebbero essere dettagliati e dedicati a questi progetti di riforma». Questa parte nel testo della pre-intesa sarebbe stata delegata a una commissione paritetica Stato-Regione con il compito di fissare le modalità di attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali. Allo stesso modo dei fabbisogni standard, destinati a diventare nei 5 anni successivi all’intesa il termine di riferimento per il superamento della spesa storica, in relazione alla popolazione residente e all’ammontare del gettito dei tributi maturati all’interno del territorio regionale. Al confronto con il Veneto ne seguirà un altro con Attilio Fontana, presidente della Lombardia, giovedì, mentre la settimana prossima toccherà a Stefano Bonaccini e a Giovanni Toti, governatori di Emilia Romagna e Liguria. Quella veneta è stata la prima delegazione arrivata al tavolo della trattativa sull’autonomia. «È indubbio», precisa Zaia, «che il Veneto è partito nella notte dei tempi, e tutti ci riconoscono di essere apripista. Se c’è l’intesa con legge leggera i percorsi saranno simili. È comunque un’intesa fra Regione e Stato, non fra Regioni e Stato, come dice la Costituzione: devono comunque essere provvedimenti diversi». •

Suggerimenti