<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Atv, gli autisti: «Cabine di protezione»

Gli autisti dei bus Atv chiedono cabine chiuse per proteggersi dai passeggeri violenti
Gli autisti dei bus Atv chiedono cabine chiuse per proteggersi dai passeggeri violenti
Gli autisti dei bus Atv chiedono cabine chiuse per proteggersi dai passeggeri violenti
Gli autisti dei bus Atv chiedono cabine chiuse per proteggersi dai passeggeri violenti

Laura Perina Un’altra corsa da incubo, un’altra aggressione ai danni di un conducente dell’Atv. È accaduto martedì, intorno alle 18, a Porta Nuova, come abbiamo riportato ieri su queste pagine. Un «portoghese», invitato a munirsi di biglietto prima di salire a bordo, è andato in escandescenze e ha minacciato con un coltello da cucina l’autista dell’autobus. I militari, intervenuti successivamente, l’hanno individuato mentre sostava vicino alle pensiline, l’hanno perquisito e gli hanno trovato addosso l’arma. Nei suoi confronti è scattata subito una denuncia. È stato grave, ma per fortuna l’episodio, che conferma come la zona della stazione di Porta Nuova sia sempre molto «calda», si è concluso solo con un grande spavento. Anche se nel comparto dei trasporti non tarda a montare la rabbia, perché le minacce e gli insulti sui mezzi dell’Atv non sono certo una novità. E vanno a sommarsi allo stress del traffico spesso congestionato, delle code, dei ritardi nelle corse con difficoltà di rispettare gli orari. «I pullman, a certe ore del giorno, diventano un rifugio per sbandati. Una volta questi personaggi salivano e se ne stavano tranquilli... Oggi si va avanti a suon di parolacce e sputi» sospira un dipendente del trasporto pubblico di 50 anni, che da quindici lavora nella doppia veste di autista e verificatore. Fra le stazioni di sosta più «calde» della città, conferma, «ci sono sicuramente quelle di Porta Nuova. Fra le due e le tre del pomeriggio, e dopo le otto di sera, sono terra di nessuno. E noi continuiamo ad avere timore di fare il nostro lavoro». Che siano al volante o addetti al controllo dei titoli di viaggio, poco cambia: quasi quotidianamente lui e i suoi colleghi devono fare i conti con attacchi verbali e fisici da parte di passeggeri sempre più violenti. Ingiuriati quando va bene «e il più delle volte lasciamo correre, se si tratta di qualche parolaccia. Altrimenti non è più finita». Quando va peggio, minacciati col coltello puntato alla gola com’è accaduto non più tardi di due giorni fa. Tanto più in questi tempi di lotta all’evasione tariffaria, in cui gli autisti devono anche supervisionare la convalida dei tickets e caldeggiare gli utenti indisciplinati a regolarizzarsi. L’allarme quest’anno era già stato lanciato più volte, tanto che a settembre sulle linee urbane dell’Atv aveva preso servizio una task force di guardie giurate, una ventina, a supporto dei controllori soprattutto sulle linee della fascia serale. Nonostante questo «la situazione non sta migliorando» spiega l’autista. «Chiediamo controlli più serrati e di dotare le cabine di guida di separè in plexiglass, con un’apertura per vendere i biglietti e dare informazioni alla gente» suggerisce «perché ora come ora non c’è la ben che minima protezione». Cabine protette, sì, ma anche «una mappatura delle linee e delle zone a rischio» aggiunge il segretario veronese di Cgil Filt Mario Lumastro. Che insieme alle altre segreterie sindacali del settore è impegnato in un tavolo di concertazione con il ministro dell’Interno Marco Minniti per proporre soluzioni contro il fenomeno delle aggressioni a ferrovieri e autoferrotranvieri. «Segnalazioni da parte degli autisti dell’Atv ce ne sono arrivate fino alla settimana scorsa. Tant’è che durante un incontro col viceprefetto Alessandro Tortorella abbiamo anticipato la richiesta di un ulteriore incontro con i vertici dell’azienda dei trasporti, per riprendere il discorso a livello locale» annuncia. «Avevamo avanzato l’ipotesi di monitorare questi episodi per arrivare a una sorta di carta geografica dei luoghi sorvegliati speciali. Non è stato fatto nulla, segno che non c’è coscienza del problema nonostante le denunce degli autisti». Secondo Lumastro «non siamo più di fronte a semplici tensioni. C’è un surriscaldamento generale della situazione ma non per via dell’incarico, dato agli autisti circa un anno e mezzo fa, di controllare la convalida dei biglietti» che urta più di qualcuno. «L’escalation è dovuta alla carenza di sorveglianza sui bus, e ciò rende l’autista vulnerabile perché i furbetti e i malintenzionati sanno di farla franca». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti