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«Atv con Milano punta allo sviluppo»

Atv per metà milanese? Il Comune ci crede. Ma fa discutere l’ipotesi di un’Azienda trasporti Verona allargata alla Lombardia. Come L’Arena ha riferito nei giorni scorsi, il sindaco Flavio Tosi sta prendendo seriamente in considerazione l’offerta di 21 milioni di Ferrovie Nord Milano per acquisire il 50% dell’Atv venduto dalla Provincia. L’altra metà, infatti, è dell’Amt, proprietà del Comune al 100 per cento.

Il Gruppo Fnm, lo ricordiamo, è il secondo operatore ferroviario italiano, con società che operano nel trasporto pubblico, anche su gomma, in tutto il territorio della Lombardia. La holding Fnm, come si ricava dal sito web, è quotata alla Borsa di Milano e l’azionista di riferimento è Regione Lombardia, che detiene il 57,57% del pacchetto azionario. La trattativa con il presidente di Fnm Spa Andrea Gibelli, leghista, vicino al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è portata avanti direttamente dal sindaco Flavio Tosi, che ha mantenuto un dialogo con entrambi. Tosi è più che possibilista sull’ingresso dei milanesi - e quindi Amt non eserciterebbe il diritto di prelazione sull’altra metà di Atv - ma chiede garanzie sulla governance in mano a Verona anche per il futuro. Gli attuali presidenti di Atv Massimo Bettarello e direttore Stefano Zaninelli sono uomini dell’area di Tosi, ex leghisti come lui.

«Ci siamo incontrati con la controparte lombarda per valutare se è il caso di esercitare la prelazione o se ci sono garanzie per Atv sulla qualità di servizi e sui dipendenti, che sono e devono restare veronesi. Quindi se sulla governance, sulle scelte industriali e sulle strategie future di Atv ci fossero precise garanzie, si può trovare una sintesi», conferma Tosi. «Fnm comunque è un grande partner industriale e se sceglierà Verona punterà anche al Veneto e un’espansione futura».

Intanto, in una nota il presidente dell’Atv Bettarello replica alle critiche rivolte all’ipotesi di Fnm in Atv dal deputato del Pd Vincenzo D’Arienzo. «Forse l’onorevole d’Arienzo confonde la realtà del trasporto pubblico di casa nostra con quella che è abituato a frequentare Roma, dove le voragini dei bilanci Atac vengono regolarmente ripianate con i soldi pubblici», dice il presidente. «Voglio tuttavia ricordare che - indipendentemente dal fatto che i soci proprietari siano pubblici o privati - per legge il costo del servizio di trasporto pubblico deve essere coperto da ricavi tariffari (almeno il 35% dei costi operativi) oltre che dai contributi regionali», aggiunge. «Quando la Regione Veneto nel 2011 aveva drasticamente ridotto i contributi alle aziende di trasporto, penalizzando Verona per 4 milioni, i tagli avevano portato giocoforza a un temporaneo ridimensionamento del servizio, ma non per questo Comune e Provincia erano intervenuti a ripianare le perdite, che sono state invece recuperate da Atv grazie al grande lavoro di razionalizzazione delle risorse e miglioramento dell’efficienza operativa condotto con il coinvolgimento dell’intera struttura aziendale, dai vertici all’ultima delle maestranze». Bettarello aggiunge che «dobbiamo ringraziare il consigliere regionale Andrea Bassi per la battaglia condotta in Regione per riequilibrare la distribuzione dei contributi che aveva penalizzato Atv».

Quindi, «anche le aziende di trasporto, se vogliono competere sul mercato, devono imparare a camminare con le proprie gambe. Ed è proprio quanto ha fatto Atv, che negli ultimi 3 anni, grazie alla buona gestione, ha raccolto 5 milioni di utili, diventando attrattiva per i più importanti player del mercato del trasporto pubblico».

Enrico Giardini

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