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Attaccato dalla poiana
mentre fa jogging

BOSCO CHIESANUOVA. Un fondista appassionato di jogging finisce nel mirino del rapace lungo la strada che sale a S. Giorgio, in località Corbane. «Ho sentito un colpo alla nuca che mi ha sbilanciato, poi un forte bruciore al collo e l'ho vista volare via»
Una poiana in volo
Una poiana in volo
Una poiana in volo
Una poiana in volo

Stava facendo jogging alle 9 di domenica mattina sulla strada provinciale 13 «dei Lessini», che da Bosco Chiesanuova porta a San Giorgio. A tutto pensava Fabio Mazo, 57 anni, fisico atletico, fondista con la passione per lo sci e la corsa in montagna: alle auto e alle moto che ti sfiorano anche se sei al limite del ciglio della strada, non certo a un attacco volante dal cielo.
Invece è arrivato «a tradimento», come si dice, colpendolo alle spalle: autrice una poiana infastidita dalla sua corsa nel rettilineo nel bosco, poco prima della località Corbane, a meno di due chilometri dal centro del paese.
Spaventato? «Veramente no, perché ho solo sentito un colpo alla nuca che mi ha sbilanciato mentre stavo correndo e poi un forte bruciore al collo. Mi sono girato e ho visto chiaramente la poiana che volava via», risponde Fabio, «non ho capito cosa stesse cercando: mi sembra di essere abbastanza più grosso delle sue prede abituali, ma ha usato la stessa tecnica, cercando di aggrapparsi con gli artigli al collo e poi probabilmente trascinarmi via».
Il primo pensiero dell'atleta, dopo essersi passato la mano sulla nuca e visto il sangue, è stato quello di cercare la maniera di disinfettarsi. «Sono entrato in una casa nella contrada e i residenti sono stati molto gentili: mi hanno fatto un lavaggio accurato con l'acqua ossigenata. È una bestia che credo fosse sana, ma cattura prede di tutti i tipi ed meglio disinfettarsi», ha commentato a caldo Fabio in tarda mattinata, ancora con il collo che bruciava per i graffi degli artigli.
Non aveva cappello o caschetto, solo pantaloncini e maglietta, nient'altro che potesse attirare l'attenzione del predatore, il quale però si è limitato ad avventarsi sull'ignaro corridore con i suoi artigli, lasciando subito la presa e non colpendolo con il becco uncinato. «Sono anni che frequento queste strade, mi piace correre e lo faccio almeno due volte alla settimana, ma una cosa del genere non mi era mai successa», aggiunge, «anche se ho sentito raccontare da amici di attacchi alle caviglie di cani randagi o di cani lasciati liberi nelle contrade, ma mai di nessun attacco dal cielo».
Eppure cercando su internet risulta che i casi sono rari, ma non unici. C'è anche chi ha dato al fenomeno il nome di «mobbing», cioè di violenza, lo stesso che si usa per le persone che lo subiscono sui luoghi di lavoro. Matthias Kestenholz, della Stazione ornitologica svizzera, Associazione svizzera per la protezione degli uccelli, parla di «attacchi inaspettati che si verificano quasi sempre tra maggio e luglio, quando questi rapaci diurni hanno i piccoli. Se un jogger passa inavvertitamente nelle vicinanze del nido o di un giovane appena involato, gli adulti lo considerano un pericolo e cercano di scacciare il presunto nemico con attacchi in volo. A volte, durante gli attacchi, emettono anche grida penetranti. Gli attacchi si verificano per lo più da dietro e si rivolgono quasi sempre verso persone che fanno jogging, mentre chi va a passeggio e i ciclisti di regola non vengono importunati e in casi estremi uno jogger può essere attaccato in un raggio di circa 500 metri».
Per lo più le poiane si accontentano di effettuare finti attacchi, volando dirette fino a pochi metri dal bersaglio per poi deviare bruscamente, «ma ci sono anche casi in cui graffiano la vittima sulla testa, anche se finora non si sono registrati per fortuna casi di ferite gravi. Tuttavia, anche per ferite lievi, bisognerebbe farsi vaccinare contro il tetano dal medico di famiglia», consiglia l'ornitologo svizzero, che aggiunge alcune indicazioni: «Evitare per qualche settimana di frequentare di corsa le zone dove sono avvenuti questi attacchi, oppure frequentarle senza correre, camminando normalmente».
Nel giugno di due anni fa si verificarono attacchi analoghi su almeno otto ciclisti in Alta Val dell'Isarco, da una poiana che avevano nidificato nei pressi della strada tra Vipiteno e Telves. Andò peggio la scorsa primavera nei pressi di Erba, in alta Brianza, a una coppia di poiane che per difendere il nido attaccarono con lo stesso sistema un contadino mentre, ignaro di essere sotto tiro, era intento a vangare l'orto: lui si difese a badilate e uccise entrambi i volatili.

Vittorio Zambaldo

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