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Assicurazione dei quadri
Premio solo di un milione

Pareti vuote dove c’erano opere d’arte: così appaiono adesso alcune stanze del museo di Castelvecchio
Pareti vuote dove c’erano opere d’arte: così appaiono adesso alcune stanze del museo di Castelvecchio
Pareti vuote dove c’erano opere d’arte: così appaiono adesso alcune stanze del museo di Castelvecchio
Pareti vuote dove c’erano opere d’arte: così appaiono adesso alcune stanze del museo di Castelvecchio

Numeri al setaccio dopo il furto, con rapina a mano armata, di 17 quadri al museo di Castelvecchio, di proprietà comunale. La ferita è bollente, ancora. I numeri? Spicca in particolare quello relativo alla copertura assicurativa delle opere. Un contratto prevederebbe un indennizzo, per furti a opere di Castelvecchio, fino a un massimo di un milione. Sarebbe poca cosa a fronte della razzia compiuta.

In municipio, però - ricordiamo che il sindaco Flavio Tosi ha le deleghe alla cultura e alla sicurezza - obiettivo puntato sui dati del capitolato relativi al servizio svolto dall’agenzia Sicuritalia, a Castelvecchio, per conto della direzione dei musei civici. Ma in ultima analisi del Comune, proprietario del museo. Sicuritalia è il grande gruppo di Como, attivo nel settore della sicurezza fisica e tecnologica per industrie, banche, grande distribuzione oltre che settore residenziale privato, con 6.500 dipendenti e 300 milioni di fatturato, che all’inizio di quest’anno ha acquisito North East Service (Nes) e Istituto di Vigilanza Compiano, due società trevigiane messe in amministrazione straordinaria. E la Nes era quella che svolgeva da oltre dieci anni il servizio a Castelvecchio.

A VERONA Sicuritalia è incaricata della vigilanza in 146 siti, come il museo di Castelvecchio, numerose scuole e altri palazzi e uffici comunali, oltre che gli uffici giudiziari. Fra i numerosi punti, il contratto evidenzia che la centrale operativa dell’agenzia controlli anche da distante se gli allarmi sono o meno attivati nei siti controllati. Ciò in tutti gli edifici monitorati.

E se non si rileva - nell’arco di dieci minuti dall’ora in cui dovrebbero entrare in funzione - che gli allarmi siano attivi, dovrebbe scattare da distante un intervento.

A CASTELVECCHIO, in particolare, la guardia giurata armata entra in servizio alle 19. La cassa, lo ricordiamo, si chiude alle 18,45.

Dalle 19 in poi si comincia a far defluire verso l’uscita gli eventuali visitatori ancora presenti, controllando tutte le sale, spegnendo le luci e facendo firmare ai custodi (dipendenti comunali: a Castelvecchio sono in servizio 11 persone) i registri delle varie sale.

Alle 20 la guardia inserisce gli allarmi sonori ed entra nella stanza di controllo. Quella in cui giovedì sera la guardia però non è mai entrata, essendo stata immobilizzata prima. Dalla stanza di controllo con le telecamere si monitorano le varie sale del palazzo.

Anche a Castelvecchio, dunque - dove, stando alle prime ricostruzioni, i rapinatori avrebbero cominciato ad agire intorno alle 19.30, rimanendo all’interno circa un’ora e un quarto - dalle 20 in poi l’allarme si sarebbe dovuto inserire. Da quell’ora in poi, dopo dieci minuti senza che la centrale rilevi l’inserimento dell’apparecchiatura sonora, in teoria dovrebbe partire un controllo telefonico per capire perché le spie non sono attive. E se anche in questo caso non arrivasse alcun segnale (cioè la guardia che non risponde) dovrebbero scattare gli interventi per verificare sul posto la situazione.

Su tutto questo - ovviamente in primis i magistrati inquirenti, in Procura - si sta facendo luce e l’Amministrazione comunale sta cercando di vederci sempre più chiaro.

SUL SITO WEB del museo di Castelvecchio, intanto, la direzione dei musei d’arte e monumenti - ancora per qualche giorno affidata a Paola Marini, in procinto di andare a guidare le Gallerie dell’Accademia, di Venezia - ha scritto una breve nota ad «amici, associazioni, visitatori, collaboratori. Ringraziamo tutti voi per i messaggi di supporto e di conforto che sono seguiti alla sconcertante, violenta, inusitata rapina a mano armata al Museo di Castelvecchio. Le indagini sono in corso da parte delle autorità competenti in cui vivamente confidiamo e auspichiamo nella collaborazione della cittadinanza».

LA NOTA della direzione dei musei si conclude così: «Desideriamo comunicarvi che le nostre attività non subiranno variazioni nella loro programmazione, ma che anzi, uniti e convinti più che mai dell’immenso valore che i musei rivestono per le nostre comunità, continueremo a lavorare per l’arte e la cultura con passione e dedizione. Vi aspettiamo numerosi nei nostri musei».

Enrico Giardini

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