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VIOLENZE.

Assalti razzisti nei bar, direttissima per Ruffo e altri tre

Cori nazisti e botte a otto giovani nel raid dei giovani di Casapound

La sera del 21 marzo dello scorso anno, Marcello Ruffo ha festeggiato la festa di laurea in scienze della comunicazione in due bar, frequentati dai giovani antagonisti. Ma forse ha un po' esagerato.
Se si legge il capo d'imputazione, infatti, nel giro di un paio d'ore ha raccolto le accuse di tentata minaccia e violenza, porto abusivo del coltello estratto nei due locali per passare poi a quelle più gravi di lesioni, rissa e danneggiamento, aggravate dall'aver commesso questi fatti con finalità razziste, intonando «Faccetta nera», facendo il saluto romano e urlando più volte «Sieg heil». Insieme a lui, sono finiti nei guai anche il trentino Gabriele Poli, 21 anni, i bolzanini Andrea Bonazza, 32 anni e Patrick Stecher, 20.
Per loro, il pm Marco Zenatelli ha chiesto il processo per giudizio direttissimo che inizierà con l'udienza filtro il 25 marzo davanti al tribunale. Nel provvedimento della procura si parla di otto persone offese, tra i quali uno ha subito la frattura delle ossa nasali con deformazione della piramide nasale e ferite al labbro sinistro oltre che alla mano. Le vittime delle aggressioni sono citati come testi insieme ad altri undici giovani senza contare i quattro agenti delle Volanti intervenuti sul posto e il dirigente della Digos. Saranno in ventiquattro, quindi, a sostenere la tesi dell'accusa in aula per i raid verificatisi al circolo Malacarne e all'osteria dei Preti a Veronetta. Tra gli indagati, spuntano i nomi Tommaso Bellavite, già imputato in un altro procedimento e Matteo Bovo che saranno giudicati con rito ordinario.
L'accusa si sviluppa nei due diversi episodi verificatisi nella nottata tra il 21 e il 22 marzo 2013. Il primo assalto si verificò al Malacarne quando Ruffo e Poli si videro rifiutare da bere «per il loro evidente stato di alterazione alcolica», riporta il capo d'imputazione. Ruffo, però, non si arrese e mostrò a chi stava dietro al bancone il coltello a serramanico.
Le accuse di assalto a sfondo razzistico, riguardano il raid all'osteria dei Preti. I quattro sono accusati di aver picchiato una giovane, trascinandola fuori dal locale. Furono aggrediti anche i loro amici che tentavano di difendere la ventitrenne. Ruffo si sfilò anche la cintura dei pantaloni ed è accusato di aver diretto il raid. Ora l'esponente della lista Tosi, eletto nella 3. circoscrizione, e i suoi tre amici dovranno difendersi in tribunale.G.CH.

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