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Arsenale, nasce l’idea
di una cittadella d’arte

L’ingresso principale dell’Arsenale
L’ingresso principale dell’Arsenale
L’ingresso principale dell’Arsenale
L’ingresso principale dell’Arsenale

Progetto dopo progetto, settimana dopo settimana, sembra prendere forma il sogno di recupero dell’ex Arsenale. Anche ieri a Palazzo Barbieri, davanti alla Commissione straordinaria composta ad hoc, si sono riuniti architetti, esperti e semplici cittadini ansiosi di capire quale sarà la sorte del complesso di fortificazione asburgico.

La prima a prendere la parola è stata la presidente del Teatro Scientifico, Giovanna Gianesin Caserta, che ha lanciato la proposta di creare un polo culturale, che contenga ovviamente anche il suo Teatro. Una realtà nata nel 1969 come Teatro Laboratorio in via Scuderlando, e poi trasferita in piazzetta Fontanelle Santo Stefano nel 1967.

«Abbiamo investito parecchie risorse per riqualificare questi spazi, che necessitavano di molti lavori di ristrutturazione», ha raccontato Giovanna Caserta, che aggiunge: «Nel 2010, però, il Comune ha deciso di ripristinare la funicolare e ci ha chiesto di spostarci nel padiglione 2C dell’ex Arsenale, che era pressoché fatiscente, così abbiamo dovuto ricominciare dall’inizio». La presidente del Teatro Laboratorio condivide l’idea di valorizzare questo spazio pubblico attribuendogli una destinazione culturale. «Ci piacerebbe creare un polo culturale, sull’esempio della Fabbrica del vapore di Milano, spazio sempre aperto, che sia luogo di intersezione delle arti, una casa degli artisti con una biblioteca, uno spazio musicale, aree didattiche e anche dei punti di ristorazione». E ha concluso: «Questo progetto avrebbe un costo di circa un milione di euro, ma credo che il Comune dovrebbe farsi carico di darci un teatro, come avviene in moltissime altre città italiane».

Dopo l'intervento dell'architetto Paolo Fossati, che ha fornito dei consigli tecnici su come procedere per il recupero, è stata la volta dell’architetto Laura Barbesi, che ha voluto condividere la propria tesi di laurea sull’Arsenale, risalente al 1974. «Non tutti lo sanno ma a Verona ci sono alcune tra le migliori fonderie d’Europa e tanti artisti vengono qui a realizzare le proprie opere: ricordiamo Menguzzi, Finotti, Berrocal, Fontana e molti altri», ha sottolineato Barbesi, «per cui sarebbe bello fare una convenzione tra il Comune, questi artisti e le fonderie e creare una sorta di padiglione, dove esporre le loro opere a rotazione».

L'ultimo intervento è stato quello dell'architetto iraniano Gharib Abbas, membro del Comitato di cittadini per l’Arsenale. «L’architetto Libero Cecchini», ha rilevato, «ritiene che si debba andare per stralci, e che non ci possa essere un progetto unico: io sono d’accordo con lui, anche se credo serva un “concept” di base da cui partire».

L’idea di creare una cittadella dedicata all’arte e alla cultura a suo parere è insufficiente. E secondo Abbas «si potrebbe quindi inglobare anche la scienza». Ha quindi suggerito di partire dalla riqualificazione dei due padiglioni a ovest e del cortile connesso: «Dopo questo primo recupero organico si avrà un modello da utilizzare anche per il resto dell'Arsenale, per la cui realizzazione si potrebbe attingere a fondi europei».

Manuela Trevisani

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