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Arsenale, il comitato
rilancia la proposta
del museo di scienze

Metà Arsenale per il museo di Storia naturale, ampliando così l’attuale disponibilità di superficie di circa il 35-40 per cento e razionalizzandola, «rendendo più efficace la proposta culturale e, nel contempo, valorizzandola anche con nuove tecnologie interattive e con la robotica». E poi, coinvolgere la città con il metodo dell’educare divertendo. E nell’altra metà dello spazio del’ex caserma militare asburgica - che in totale è di circa 18mila metri quadrati - creare un Centro culturale polifunzionale, con attività teatrali stabili, luoghi per scambi culturali e internazionali, laboratori per artisti, biblioteca ed emeroteca, librerie scientifiche per ragazzi, un ristorante e un caffè. Costo dell’operazione? Quasi 40 milioni, al netto delle spese per allestire gli spazi.

Per la precisione 39 milioni 400mila euro. Che dovrebbero prevedere anche l’allestimento di un parco pubblico sia per il gioco dei piccoli sia per il relax e la socializzazione degli adulti.

Sono questi, in estrema sintesi, i contenuti della proposta di riconversione dell’ex Arsenale proposta dal Comitato di cittadini guidato da Italia Monaco e Cristina Stevanoni. Contrario all’ipotesi di project financing prospettata da Italiana Costruzioni, al Comune, che prevederebbe due fasi di lavori di cui una fra dieci anni e spesa di 44 milioni, con gestione delle varie attività culturali ed economiche da parte di chi otterrà la concessione.

Il comitato, però, non ci sta. E ha inviato la proposta a Roma - anzitutto al Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica - per segnalare l’ex Arsenale come bene che potrebbe ottenere, per la ristrutturazione, una tranche di 10 milioni sui 170 non assegnati all’interno del miliardo di euro già destinato a recuperi archeologici e architettonici del patrimonio nazionale. Verona, ricordiamo, è rimasta a secco. «Ma non ha ottenuto nulla perché il Comune non ha chiesto nulla», dice Monaco, con Stevanoni e altri del comitato. «Ora proporremo anche al Comune il nostro progetto, che potrebbe essere finanziato con i 12 milioni a disposizione già del Comune, di cui un milione e mezzo potrebbero già essere impiegati per mettere in sicurezza gli edifici fatiscenti, e poi servirebbero altri finanziamenti, statali ed europei».E.G.

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