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Arsenale, entro Natale sfida fra tre progetti

Enrico Santi «Una follia partire dai tetti? Se permettete conosco la materia, mi sono laureata in ingegneria con una tesi sull’edilizia monumentale». L’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala replica così al consigliere della Lista Tosi Alberto Bozza che qualche minuto prima aveva criticato la scelta di utilizzare le risorse già disponibili per rifare le coperture. «Si deve partire dalle fondamenta, il tetto va rifatto dove l’edificio è sano, altrimenti sono soldi buttati», aveva detto l’ex assessore allo Sport. «Le strutture dell’Arsenale», ribatte Segala, «non hanno problemi di fondazione». E taglia corto: «Rifacendo le coperture si ferma il degrado causato dalle infiltrazioni sulla muratura che altrimenti sarebbe a forte rischio di crolli, per cui non stiamo sprecando soldi». Il cantiere, per 600mila euro, era partito lo scorso 6 novembre. «Il primo intervento è stato sgomberare le macerie accumulatesi in anni di incuria. I problemi più vistosi sono nella corte centrale e in quella laterale, mentre la palazzina comando e i fabbricati che ospitano i mercatini sono in buone condizioni». Per quanto riguarda l’annosa questione della riqualificazione e della destinazione dell’ex compendio militare austriaco, oggi in Gran Guardia dalle 10 si svolgerà un convegno, in collaborazione con il Politecnico di Milano, polo territoriale di Mantova - «Arsenale. Il futuro della storia» - nel corso del quale saranno esaminate le idee raccolte nelle ultime settimane dalla Commissione temporanea di Palazzo Barbieri. «Su un totale di 60 proposte arrivate in commissione», spiega l’assessore Segala, «gli esperti del Politecnico hanno già fatto una scrematura sulla base delle possibili destinazioni d’uso, e sulle 15 selezionate sono state compiute le possibili configurazioni che verranno illustrate durante il convegno. Alcuni proponenti, tra l’altro sono disposti a intervenire direttamente su alcune parti». L’obiettivo, fa sapere l’assessore, «è arrivare a tre opzioni per fine dicembre e quindi presentare in Consiglio comunale il progetto preliminare su quella che sarà la scelta finale previamente discussa in commissione». Ilaria Segala parla di decisioni che verranno prese in tempi rapidi. «A fine gennaio, con l’approvazione del bilancio, vogliamo avere in mano il masterplan definitivo» assicura. Il nodo da sciogliere a tale proposito, continua, è se «procedere in proprio coinvolgendo gli attori che si sono detti disposti a sviluppare alcune porzioni» o affidarsi ad un project financing. «Ipotesi», afferma, «non scartata a priori». Per quanto riguarda i costi del recupero, tuttavia, invita a «guardare più avanti perché bisogna innanzitutto avere una visione sull’Arsenale che», continua, «è stato il baluardo che dal dopoguerra ha fermato l’espansione edilizia di Borgo Trento e ora rappresenta sia un importante monumento, sia un polmone verde e a tale proposito si valuterà se abbattere le strutture più recenti che nulla hanno a che fare con l’epoca austriaca e così aumentare l’area verde». Una cosa è certa, sottolinea: «Per quanto mi riguarda, sono per lasciare la percentuale di commerciale la più bassa possibile». Quanto alla destinazione d’uso, le ipotesi in campo, spiega Segala, sono varie. Si va dall’«Arsenale dei giovani e dell’innovazione con spazi a disposizione delle start-up», alla «cittadella dell’eco-sostenibilità», a un compendio a vocazione culturale «con l’Accademia delle belle arti che si è proposta per ristrutturare a proprie spese una parte da dedicare a laboratori creativi, con le realtà teatrali, in primis Fondazione Aida e Teatro Scientifico, e Interzona. Infine c’è l’idea di trasferirvi il museo di Storia Naturale. Anche questa una delle ipotesi da valutare con attenzione». •

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