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Arena, si volta pagina
Polo: «Ottimi segnali»

Il sovrintendente della Fondazione Arena Giuliano Polo
Il sovrintendente della Fondazione Arena Giuliano Polo
Il sovrintendente della Fondazione Arena Giuliano Polo
Il sovrintendente della Fondazione Arena Giuliano Polo

«La strada del risanamento è imboccata. Le prime misure sono state già adottate. I primi risultati arrivano. E ad horas attendiamo che sia ufficiale l’accoglimento della richiesta di adesione ai fondi, che significa l’accesso a 10 milioni di fondi aggiuntivi stanziati nell’ambito della legge Bray». Il conto alla rovescia, ormai, è iniziato: il «la» della stagione lirica numero 95 in Arena sarà venerdì 23 giugno. Un avvio di stagione nel segno dell’ottimismo.

«È un momento felice per noi», non nasconde il sovrintendente Giuliano Polo, che per sottolineare come la Fondazione Arena stia voltando pagina parte dall’inizio: dal «Nabucco kolossal», declinato in veste risorgimentale della prima di venerdì, nuovo e spettacolare allestimento («non accadeva da tempo»), che testimonia il ritrovato stato di salute dell’ente.

«L’operazione di risanamento intrapresa già con il commissario Fuortes sta dando i primi frutti, tanto che chiuderemo il bilancio 2016, in pareggio». Il buco da oltre 28 milioni? «L’indebitamento verso terzi a fine 2016 si è ridotto a 26,5, con un recupero molto positivo». E nell’anno della crisi, in cui nemmeno si sapeva se la stagione sarebbe effettivamente partita, «abbiamo registrato anche un rinnovato interesse da parte del pubblico».

Uno scenario diverso rispetto ai dati diffusi dal mensile di settore «Classic Voice», che aveva parlato di ripresa generale della lirica in Italia con giudizio sospeso, però, proprio su Verona, citando per Arena e Filarmonico un calo di spettatori pari a 40mila unità. «Negli ultimi anni la partecipazione allo spettacolo pubblico si è ridotta in maniera generalizzata per il periodo di crisi economica. Ma nel 2016», spiega il sovrintendente, «c’è stata una lieve inversione di tendenza».

Quarantamila unità in meno, sì, ma a fronte di un numero inferiore di serate, scese da 54 a 48. «L’obiettivo, raggiunto, era aumentare la marginalità dei ricavi per le singole recite. A fronte di questo, c’è stato anche un lieve incremento del tasso di riempimento dell’anfiteatro, salito dal 55 al 59 per cento. Un dato che ancora non ci soddisfa, ma che fa ben sperare. E un segnale che si riverbera nella risposta positiva delle prevendite 2017», con un tutto esaurito nei posti numerati per la prima assoluta e, il giorno seguente, di «Aida», mentre restano solo pochi biglietti disponibili per le serate evento Roberto Bolle and Friends del 17 luglio e Placido Domingo - Antologia de la Zarzuela del 21 luglio.

«Questo è un festival che lancia segnali di grande vitalità», conclude Polo. «È tutto fuorché un festival ancorato al passato».

Elisa Pasetto

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