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Arena, la sfida è trovare 26 milioni

Cecilia Gasdia e Gianfranco De Cesaris durante la conferenza stampa in municipio FOTO MARCHIORIArena di Verona, maggio 2017: Fedez in ginocchio chiede alla Ferragni di sposarlo
Cecilia Gasdia e Gianfranco De Cesaris durante la conferenza stampa in municipio FOTO MARCHIORIArena di Verona, maggio 2017: Fedez in ginocchio chiede alla Ferragni di sposarlo
Cecilia Gasdia e Gianfranco De Cesaris durante la conferenza stampa in municipio FOTO MARCHIORIArena di Verona, maggio 2017: Fedez in ginocchio chiede alla Ferragni di sposarlo
Cecilia Gasdia e Gianfranco De Cesaris durante la conferenza stampa in municipio FOTO MARCHIORIArena di Verona, maggio 2017: Fedez in ginocchio chiede alla Ferragni di sposarlo

Caccia ai soldi per abbattere il debito di 26 milioni, rimasto tale e quale. E caccia a una sempre maggiore qualità artistica per fare in modo che gli incassi crescano ancora. Dopo il segno «più» del 2018 sul 2017 (393mila spettatori, cioè 13mila in più; e più 1,3 milioni di incasso con 47 serate di lirica contro le 48 dell’anno scorso) la Fondazione Arena, con lirica ed extra lirica, continua la corsa per colmare la voragine. E parte lancia in resta, forte della stagione appena terminata, che per quanto riguarda l’extralirica ha portato fra concerti e spettacoli 340mila spettatori. Così, a meno di tre mesi dalla scadenza, il 31 dicembre prossimo, del piano di risanamento 2016/2018 cofinanziato dalla legge Bray - con nove milioni dati dallo Stato sotto forma di vantaggio sul credito d’imposta - la Fondazione Arena annuncia obiettivi. Sia per il festival lirico estivo in Arena del 2019, sia per l’extralirica (vedi altro articolo). In totale, tra maggio e ottobre, sono state 77 serate, di cui come detto 47 liriche e 30 di concerti. Dopo le turbolenze estive legate alle frizioni tra dirigenti e Gasdia e la definizione dei ruoli avvenuta qualche giorno fa, in municipio sono il sindaco e presidente della Fondazione Arena Federico Sboarina, la sovrintendente Cecilia Gasdia, il direttore generale Gianfranco De Cesaris e il responsabile dell’extralirica Gianmarco Mazzi, a tirare le somme. Nel festival lirico estivo una media di 8.400 spettatori a recita, tra le cinque opere Aida, Carmen, Turandot, Nabucco e Il Barbiere di Siviglia, ma considerando anche l’unico spettacolo di balletto di Roberto Bolle (13.300 spettatori) e il Verdi Opera Night. Sul versante lirica, come ricordano Gasdia e De Cesaris, un più 6 per cento di spettatori. Aida, con 16 recite, ha fatto la parte del leone, con un incasso di 128.641 presenze e 8.260.000 euro di incasso. Bene anche Carmen, con 101mila spettatori in 13 serate, e oltre sei milioni di incasso. «È un successo che va oltre le aspettative, frutto di un grande lavoro di squadra, con grande unità», dice, nonostante questa unità non si sia propriamente colta, tanto più nelle ultime settimane. «Ringrazio anzitutto i lavoratori della Fondazione Arena che, nonostante i sacrifici dettati ancora dal piano di risanamento cominciato nel 2016 durante il commissariamento, sostenuto dalla legge Bray, hanno permesso un festival di così alto livello», spiega la Gasdia, ricordando anche economie e risparmi, come i «200mila euro sul tetto massimo di 3,4 milioni spendibili per pagare gli artisti, di cui 400mila su 900mila euro per Carmen». Il direttore De Cesaris sottolinea altri dati. «Più 6,7 per cento di incasso in più, nel 2018 sul 2017, il che significa circa 40mila euro in più a serata. Sono aumentate anche l’occupazione dell’anfiteatro, passata dal 58 al 62 per cento - che ovviamente puntiamo a migliorare ancora - e anche la vendita on line dei biglietti, dal 48 al 52 per cento». La Gasdia, soprano, annuncia obiettivi il festival 2019, come «le nuove produzioni di Traviata e Rigoletto, il soprano Anna Netrebko, la settimana per i 50 anni di carriera del tenore spagnolo Placido Domingo, che canterà e dirigerà due volte la Traviata. Presto daremo notizie anche della stagione invernale al teatro Filarmonico». Ma qual è il progetto economico per il nuovo anno, considerando che il 31 dicembre scade il piano di risanamento che ha provocato per tre anni il taglio di due mensilità a circa 300 lavoratori (il che ha fatto risparmiare 7,2 milioni) e poi è stato tagliato il corpo di ballo, che era ridotto a una decina di unità? «Ci stiamo lavorando», dice Sboarina. «Ribadisco, però, che considerando che la Fondazione Arena con il nuovo corso amministrativo è partita l’1 gennaio scorso, valgono ancora di più i risultati ottenuti, grazie al fatto che abbiamo alzato l’asticella della qualità. Ciò vale anche per l’extralirico, anche in prospettiva per i prossimi anni. Inoltre è rientrata come socio la Camera di Commercio ed è entrata Cattolica Assicurazioni». Intanto i sindacati Cgil, Cisl, Uil chiedono conto, in una nota, «della mancata approvazione del bilancio preventivo e della validazione della operatività della programmazione al Filarmonico che deve iniziare a dicembre. Il ritardo, di cui non sappiamo le motivazioni, risulta oggi pregiudiziale rispetto alle dovute attività di marketing capace di rassicurare gli appassionati, i cittadini e i lavoratori rispetto alla vantata normalizzazione delle attività e l’ottimizzazione delle risorse che il Ministero, e i privati, hanno stanziato al riguardo». Oggi vertice in sede. •

Enrico Giardini

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