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«Arena, Arsenale, musei
la cultura va rilanciata»

Arena esaurita la scorsa estate per la Traviata
Arena esaurita la scorsa estate per la Traviata
Arena esaurita la scorsa estate per la Traviata
Arena esaurita la scorsa estate per la Traviata

Sul patrimonio culturale di Verona, i candidati sindaco sono tutti d’accordo: va rilanciato. Ospiti di Società Letteraria, hanno testato le politiche culturali dei loro programmi elettorali davanti a una platea con molti addetti ai lavori, tra cui il rettore dell’università Nicola Sartor, il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Stefano Quaglia e l’industriale Giuseppe Manni, che ha trascorsi nel Cda della Fondazione Arena ai tempi di Paolo Zanotto sindaco ed è tra i promotori di una nuova società per la gestione estiva, Arena lirica spa.

L’invito al confronto su «città e sfide culturali» era partito dalla presidente del sodalizio, Daniela Brunelli, e dal presidente dell’assemblea dei soci Lamberto Lambertini.

Hanno risposto in sette su nove. Assenti Filippo Grigolini del PdF e Marco Giorlo di Tutto Cambia. Tre hanno dato forfait dopo mezzora (Federico Sboarina di Battiti, Michele Bertucco di Verona in Comune e Alessandro Gennari dei 5 Stelle avevano in agenda una diretta televisiva) e alla fine è stato un confronto a 4 tra Patrizia Bisinella di Fare!, Orietta Salemi del Pd, Michele Croce di Verona Pulita e Roberto Bussinello di CasaPound.

Formula, dibattito all’americana con domande secche e 3 minuti a testa per rispondere. Quasi 3 ore in totale.

Il duello (gentile) è partito dalla vexata quaestio dell’assessore alla Cultura. Tutti concordi sulla necessità di ripristinarlo, dopo anni in cui la delega è stata nelle mani del sindaco uscente Flavio Tosi. Pure la senatrice Bisinella, sua compagna, ma toccasse a lei nominerebbe «una figura tecnica estranea alla politica».

I nodi sono stati la Verona smart city («Servono un assessorato all’innovazione e un ambasciatore digitale di Verona nel mondo», Gennari), l’Arsenale («La privatizzazione? Una scelta preoccupante», Bertucco), la vita dei quartieri («Tanti piccoli centri storici a cui va ridata dignità», Sboarina).

Sulla gestione museale, la ricetta di Salemi è «una fondazione a cui garantire autonomia di gestione e di bilancio» mentre Bisinella pensa «a un collegamento tra le strutture ma senza escludere l’offerta dei privati».

Croce rilancia con «il polo museale più grande d’Italia» da creare fondendo Castelvecchio e l’Arsenale restaurato, invece Bussinello, con slancio futurista, sostiene che «i musei vanno valorizzati solo come tappa di passaggio perché il turista viene a Verona per altri motivi».

Sentendo parlare di spazi, al rettore Sartor è saltata la mosca al naso e ha sollevato la questione dell’area ex Passalaqua, dove dovrebbe sorgere il campus universitario.

«A breve saranno trascorsi 10 anni dalla sua acquisizione e non c’è ancora nulla. Quali sono le intenzioni?» ha domandato guadagnandosi l’applauso del pubblico.

Ma i candidati sono impreparati (Bussinello lo ammette, Croce adombra l’inchiesta anticipando che «qualcuno sta indagando su dove siano finiti i fondi», Bisinella dà la colpa alla burocrazia e per Salemi vanno verificate le cause del ritardo), così Lambertini propone di ridiscuterne «dopo i famigerati cento giorni di governo».

Infine Manni ha giocato il carico da 11, chiedendo soluzioni per risanare la Fondazione Arena.

Bussinello, contrario alla privatizzazione, commenta nostalgico che «il potere pubblico con le sue forze bonificava le paludi e costruiva le città» e propone di «ricominicare a far lavorare la fondazione tutto l’anno, mandandola in giro per il mondo».

Pure Croce insiste sulla cultura come bene comune: «L’Arena può fare utili da sé ma servono discontinuità col passato e figure cardine in posti come finanza, marketing e risorse umane».

Più aperta Salemi, che parla di «sedersi a un tavolo coi privati per capire come la corresponsabilità possa aiutare», mentre Bisinella, orientata verso «una gestione sempre più manageriale e meno sindacalizzata», si chiede se sia possibile un sistema veneto che abbini la stagione estiva dell’Arena a quella invernale della Fenice di Venezia.

Laura Perina

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