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Arena, Agsm, profughi
i temi caldi della Lega

Rivedere il progetto di fusione tra Agsm Verona e Aim Vicenza, «una cosa scandalosa», come ha detto a Telearena Paolo Paternoster, segretario provinciale della Lega, nella coalizione del sindaco Federico Sboarina, di Battiti? «Non ho ancora visto le carte, perché la delibera era stata portata nell’ultimo Consiglio comunale e non era andata a buon fine proprio perché nessuno le aveva viste». Lo dichiara Sboarina, che aggiunge: «Un’operazione così importante per il futuro economico della nostra città va valutata con attenzione. Quindi non esprimo alcun giudizio né negativo né positivo, ripeto, perché non abbiamo visto i documenti».

Linea di cautela dunque del nuovo sindaco, rispetto a parola ben più marcate del segretario della Lega - già presidente dell’Agsm - partito che ambirebbe a tornare alla guida dell’azienda, ora presieduta da Fabio Venturi, coordinatore del Fare! di Flavio Tosi. E si parla di possibile futura presidenza per Enrico Corsi, l’ex assessore che rinuncerebbe a un posto nella Giunta Sboarina per guidare, appunto, l’azienda multiservizi.

Lo stesso Venturi, sulle dichiarazioni di Paternoster, ieri ha ribattuto: «Paternoster ha tutto il diritto di decidere come meglio crede, ma penso che prima dovrebbe analizzare il protocollo di fusione, che non ha ancora visto. Lo dico non come ormai ex presidente di Agsm, ma come cittadino veronese». L’accordo tra Agsm e Aim come già anticipato su queste pagine dovrà passare al voto del nuovo Consiglio comunale entro il 30 settembre, a Verona come a Vicenza.

«Questa fusione è una grande occasione, tanto più per una volta che Vicenza e Verona vanno d’accordo», prosegue Venturi. «I vantaggi? Con questa fusione Agsm diventerà il quinto gruppo in Italia fornitore di energia e gas, sarà quotata in borsa e potrà ridurre i costi e forse il valore delle bollette garantendosi così un futuro che altrimenti tale non sarebbe. Insomma, le valutazioni vanno fatte sulla base dei contenuti e non del colore politico».

FONDAZIONE ARENA. Paternoster ha anche auspicato per la Fondazione Arena un sovrintendente di fama internazionale, lo spacchettamento della direzione artistica da quella amministrativa e la revisione del marketing. Che ne pensa Sboarina? «Lo diciamo da mesi, sicuramente uno dei problemi principali della Fondazione Arena, arrivata sul filo del tracollo nei mesi scorsi, è quello di una classe dirigente forse non propriamente all’altezza e quindi si tratta di alzare l’asticella della qualità e io da sindaco devo dare obiettivi, perché non sono un tuttologo. La Fondazione Arena è Verona, quindi serve una logica di squadra anche dentro chi opera nell’amministrazione, in comparti diversi. Perciò alzare l’asticella della qualità e manager competenti».

PROFUGHI. Paternoster ha anche detto di voler ridurre i numeri di profughi a Verona. La linea di Sboarina, su centri di accoglienza e Sprar? «Accoglienza, ma solo per chi ha diritto di rimanere qui, cioè una percentuale piccola di rifugiati da zone di guerra», dice, «ma il problema è velocizzare i rimpatri, per evitare il business della tratta di persone e che chi è qui pur non potendo poi delinqua, a scapito delle famiglie. Dai territori deve partire un tam tam per far cambiare certe cose a livello nazionale, perché su questo tema il sindaco può fare poco».E.G.

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