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«Andiamo a Cracovia perché siamo più forti dei terroristi»

«La nostra fede più forte della paura».

È il motto che nasce spontaneo raccogliendo le testimonianze dei giovani che in questi giorni si sono ritrovati in uno dei campi dedicati all'azione e formazione, i Saf della diocesi, a Campofontana. Da questa località della Lessinia , in 300 ragazzi e ragazze dall'età media di 17 anni, riparte la gioia di partecipare alla Giornata mondiale della gioventù. Il ritorno forzato dopo la sparatoria di Monaco non li ha demotivati. Nemmeno l'omicidio di padre Hamel a Rouen, mentre celebrava messa, li fa vacillare. «La fede è un dono o ce l'hai o non ce l'hai», ci dice Giada, appena ventenne, al primo anno di università. Lei qui fa l'animatrice. Il suo ruolo è sostenere, così come lo è quello di Silvia, anche lei poco più che ventenne che assicura: «Loro, i terroristi, vogliono farci avere paura, ma noi dobbiamo essere più forti». Erano in 311 prima del ritorno da Monaco, l'attentato al centro commerciale subito li aveva destabilizzati. Il ritorno a casa era doveroso per far star tranquille le famiglie, così come per gli organizzatori sbrigare tutte quelle pratiche burocratiche che si legano al nuovo viaggio alla volta di Cracovia. Da qui ripartiranno in 305. In sei giovani non se la sono sentita di riaffrontare il viaggio. Per loro e le loro famiglie la paura era troppa. L'omicidio del prete in una chiesetta della Normandia lascia lo sgomento a tutti. Alcune ragazze si domandano il perchè di tale efferatezza. Altri sono pronti a darsi una risposta subito: «Manca amore nel mondo». «Non possiamo rimanere chiusi o farci sconfiggere dalla paura. Non possiamo permetterlo, noi dobbiamo dare l'esempio», ci dice Luca, 17 anni e la voglia di girare il mondo. La Giornata della gioventù a Cracovia per lui è simbolo di «unione tra la gente».

In questo campo della diocesi, allestito in poche ore, si è tornati a parlare del «coraggio di essere felici». Don Alessandro Turrina, vicedirettore del centro pastorale giovanile della diocesi, vive la partenza con tranquillità ma anche impazienza. Il progetto iniziale era diverso, volevano portare i ragazzi a Berlino, ora invece andranno diretti nella città polacca dove è tutto pronto per accoglierli. La partenza è oggi alle 16, viaggeranno tutta la notte distribuiti per gruppi su sette pullman. «Spero che il Papa sia contento di vederci», dice una ragazza, «mi piace pensare che ai suoi occhi tutti noi siamo “speranza“».

Anna Zegarelli

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