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Il caso

Anche l’Università boccia il Congresso delle famiglie

Il caso

La comunità scientifica dell' università di Verona leva gli scudi contro il Congresso mondiale delle famiglie che si terrà in Gran Guardia a fine marzo. La presa di posizione è partita dal Consiglio di dipartimento di Scienze umane, che contesta l'evento in quanto «espressione di un gruppo organizzato di soggetti che propongono convinzioni etiche e religiose come fossero dati scientifici». È questo, in estrema sintesi, il contenuto di un documento già sottoscritto da oltre 130 fra professori e ricercatori.

La prima firma è di Riccardo Panattoni, ordinario di Filosofia morale e direttore del dipartimento, ma l'elenco annovera rappresentanti di ogni area scientifica. Fra i nomi più in vista quelli di Donata Gottardi, ex deputata del Parlamento europeo, lo storico Gian Paolo Romagnani e il chirurgo Giovanni De Manzoni, oltre a una serie di delegati del rettore e vertici di dipartimento. «Siamo», scrivono, «persone diverse per età, genere, origine, convinzioni politiche, fede religiosa, unite dal lavorare nella stessa istituzione, l' università pubblica, una delle espressioni più autorevoli del sapere scientifico». Sotto la lente ci sono le posizioni espresse dalle associazioni organizzatrici del convegno su argomenti come l'aborto, il divorzio e l'omossessualità. Opinioni che i docenti non contestano in quanto tali, semmai perché «vengono affermate come fondate scientificamente, quando in realtà la ricerca internazionale non è mai giunta a questi esiti e li ha invece smentiti in diverse circostanze».

La lista comprende l'affermazione del creazionismo e l'idea che il lavoro fuori casa delle donne sia fra le cause del declino demografico, l'equiparazione tra l'interruzione volontaria di gravidanza e l'omicidio, il rifiuto del riconoscimento di diritti civili a configurazioni familiari non convenzionali e alle persone che manifestano diversi orientamenti sessuali e identità di genere. Nel documento viene sottolineato che «Ordini professionali, associazioni accademiche e comitati etici di riviste scientifiche internazionali hanno da tempo preso le distanze da queste credenze». Si esprime preoccupazione anche per la presenza a Verona di rappresentanti politici da Ungheria, Polonia e Russia, «Paesi che stanno proponendo politiche censorie rispetto al dibattito pubblico su questi temi e restrittive della libertà di ricerca e insegnamento universitari». Alle mistificazioni del Congresso mondiale delle famiglie, scrivono i docenti, «contrapponiamo gli esiti della ricerca scientifica, ma anche i valori della comunità di cui facciamo parte. Il codice etico dell' università di Verona, assieme ai principi della libertà della ricerca e dell'insegnamento, afferma quelli dell'uguaglianza e della solidarietà, rigettando ogni forma di pregiudizio e discriminazione».

Laura Perina

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