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Amt, Ederle contro tutti
«Non mi dimetto. Anzi»

Stefano Ederle (a destra) in una foto d’archivio con il sindaco Tosi
Stefano Ederle (a destra) in una foto d’archivio con il sindaco Tosi
Stefano Ederle (a destra) in una foto d’archivio con il sindaco Tosi
Stefano Ederle (a destra) in una foto d’archivio con il sindaco Tosi

Amt sempre più nel caos. Ieri, l’ultimo atto, con la maggioranza tosiana (ieri a ranghi ridotti per le ferie) che in Cda ha definitivamente girato le spalle al presidente Stefano Ederle. «Non mi dimetto, e a chi pensa di logorarmi rispondo che non mi conoscono: questi attacchi anzi mi fortificano perché sono nel giusto», risponde quest’ultimo a muso duro. La spaccatura in Cda, tra l’altro, arriva dopo la decisione della Giunta comunale di studiare l’affidamento alla Solori, la società comunale addetta alle riscossioni, la gestione dei permessi per l’entrata nella Ztl e per la sosta dei residenti.

La riunione del Cda era in programma poco prima delle 20. All’ordine del giorno c’era la famosa lettera del sindaco Flavio Tosi che, sulla base della relazione di una commissione d’inchiesta istituita dalla stessa Giunta chiede di prendere «misure adeguate rispetto a una disorganizzazione aziendale inammissibile». Ma di tutto ciò non si è nemmeno iniziato a discutere perché i due consiglieri tosiani presenti, Elena Sonego e il vicepresidente Francesco Tosi (il terzo, Alberto Frinzi, era assente per ferie) hanno letto una nota in cui dichiarano che non avrebbero partecipato più a riunioni del Cda fino a quando non si sarebbero discusse «modalità di convocazione e di conduzione». Una decisione che in pratica paralizza l’attività dell’azienda che fa da stazione appaltante al progetto filobus.

Per Ederle un «atto pretestuoso dal momento che, secondo statuto, ho sempre gestito le convocazione dei Cda con la massima democrazia e condivisione, evidentemente non sanno più come e dove attaccarmi...»

I rilievi della Giunta riguardano la conduzione dell’ufficio permessi, dove si sarebbe verificato anche un ammanco di denaro, ma anche le procedure, giudicate troppo lente, per l’individuazione del mezzo sostitutivo del filobus, progetto di cui l’Amt è stazione appaltante, e l’avvio del cantiere. E soprattutto il sindaco lamenta la mancata conclusione del «procedimento di contestazione nel confronti del direttore generale», l’ingegner Carlo Alberto Voi.

Accuse che Ederle respinge una a una, anticipando di non voler prendere in considerazione «provvedimenti sulla base di una paginetta di conclusioni che si basano solo sull’analisi dei mansionari e sulla documentazione da noi inviata e sulle dichiarazioni del responsabile e del viceresponsabile dell’ufficio permessi...».

E soprattutto di voltare le spalle a Voi, Ederle non vuol nemmeno sentir parlare. «Ho chiesto i documenti e i verbali», fa sapere il presidente dell’Amt, «su cui si baserebbero le brevi conclusioni della commissione, ma mi sono state negate. Il sottoscritto», sbotta, «è avvocato e non si permette di operare scelte quando gli viene negato il diritto di essere messo a conoscenza di tali elementi, tanto più che le risultanze della commissione d’inchiesta interna dell’Amt hanno evidenziato ulteriori elementi che evidenziano come il direttore generale, che non è stato nemmeno sentito in merito alla presunta disorganizzazione dell’ufficio permessi, non abbia responsabilità. Prendere provvedimenti nei suoi confronti esporrebbe l’ente, sarebbe contro la mia coscienza e giuridicamente non corretto».

Il dg Voi, tra l’altro, è anche responsabile unico del procedimento per il progetto filobus. «Perdere il Rup adesso», aggiunge Ederle, «sarebbe un disastro per l’azienda, l’amministrazione comunale e per la stessa opera. Se venisse licenziato», avverte, «ci potrebbe fare causa e ciò esporrebbe tutti a conseguenze gravissime. Quanto al filobus ho ereditato una realtà pesante e nemmeno due mesi fa lo stesso sindaco mi ha riconosciuto l’impegno per accelerare l’iter burocratico, non capisco cosa gli abbia fatto improvvisamente cambiare idea».

Sul caso Amt, intanto, si riaccende lo scontro politico. «Le controversie tra ex compagni di squadra», affermano Alessio Albertini e Orietta Salemi segretari provinciale e cittadino del Pd, «siano la spinta per la svolta: cancelliamo il doppione Amt-Atv e unifichiamole in un'unica azienda per il trasporto pubblico e la mobilità, come d’altro canto era previsto all’epoca della istituzione di Atv. Le aziende servono per garantire servizi efficienti ai cittadini, non per assicurare poltrone e posti».

Esprime preoccupazione anche il segretario cittadino della Lega Nord Paolo Tosato: «In una situazione di gestione ordinaria si potrebbe ignorare quanto sta accadendo all’Amt ma con il progetto filobus in corso non si può far finta di niente. Chiediamo che si faccia chiarezza».

Enrico Santi

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