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NELL’EST VERONESE

Alpone, scarico troppo lento
E le vigne restano sommerse

Oltre un metro nel bacino di Colombaretta, a rischio le colture dell’uva ormai pronta alla raccolta
Abitazioni e rimesse piene d’acqua in via Conterno a Costalunga
Abitazioni e rimesse piene d’acqua in via Conterno a Costalunga
Il dissesto nell'est veronese (Dalli Cani)

Paola Dalli Cani Battesimo per la cassa di valle del bacino di Colombaretta, ma non con l’acqua dell’Alpone: il lentissimo deflusso dell’acqua alta oltre un metro nel bacino, «arma» ora i proprietari dei terreni che da anni sostengono come il sistema di scarico sia totalmente inadeguato. La spiegazione di come si possa essere depositata una tale mole d’acqua, che a ridosso dell’arginello che attraversa il bacino ieri mattina ricopriva le viti fino alla chioma, è affidata al momento ad una rosa di ipotesi: rigurgito della Roggia Vienega (corso d’acqua che nel progetto è sempre stata individuata come elemento integrativo di scarico), infiltrazione dalla Vienega in piena (che a monte del ponticello dell’ex «Pappa» è in più punti straripata) oppure effetto catino per la mole incredibile di pioggia caduta. Una cosa però è certa: «Sono anni che diciamo che il sistema di scarico non può garantire lo svuotamento nelle 24 ore previste dal progetto: questa situazione conferma le nostre convinzioni e dà ragione alla pretesa che abbiamo avanzato di integrarlo», dicono infuriati i produttori. Che tornano su un punto: «Abbiamo i vigneti carichi d’uva, eravamo pronti alla raccolta e ora siamo sommersi. Anche ipotizzando un rapido deflusso nessun mezzo potrà operare nella melma, sempre che le piante, ora sommerse, non crollino. Per questo abbiamo lottato perché tutta l’area del bacino venisse acquisita dalla Regione». Già in mattinata l’avvocato Annamaria Teresa Lombardi, che da anni assiste i proprietari dei terreni nel braccio di ferro con la Regione, ha annunciato forti iniziative «Perché quello che è successo dimostra inequivocabilmente che ci sono dei problemi». La situazione ieri mattina era talmente grave da far ipotizzare, pur non essendocene i presupposti per quanto riguarda la portata dell’Alpone, che il sistema di scarico del torrente si fosse attivato. L’area, come detto, è stata duramente colpita: la pioggia e il dilavamento hanno innescato una frana in via Dian in aperta campagna che ha invaso la strada e in un tratto di una cinquantina di metri è scivolata verso il bacino per oltre mezzo metro. La Roggia Vienega è esondata in più punti con notevoli disagi anche per l’allevamento attivo in zona. Acqua e moltissima terra hanno ricoperto anche lunghi tratti di via Dian in territorio di Monteforte d’Alpone e causato allagamenti in cantine, garage e scantinati.

Paola Dalli Cani

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