<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Allestimenti nuovi
e messe in scena da film

Potrebbe essere la chiave per riempire la «sala», quella cavea dell’anfiteatro, che lo scorso anno si è popolata solo per meno del 60 per cento delle sue potenzialità. Coinvolgere di più il pubblico giovane, anche con politiche di prezzo adeguate, sembra abbia portato bene alle altre fondazioni liriche.

«Il pubblico dell’Arena ha già un’età media più bassa di quello di altri teatri», chiarisce il sovrintendente Giuliano Polo, «che si attesta tra i 4 e i 50 anni, ma soprattutto è formato da melomani ma anche da molte persone che s i avvicinano per la prima volta all’opera. Le facilitazioni per i giovani? Già ci sono, ma non penso che sia l’aspetto del costo che in Arena inibisce: nell’anfiteatro si va dalla platea per i supervip alla curva da stadio, dove con 14 euro si può assistere a un’opera».

Quali strategie, allora, per attirare anche gli under 30? Una è riprendere l’abitudine a «un allestimento nuovo ogni anno». dell’altra avremo la riprova nel «Nabucco» firmato Arnaud Bernard: messe in scena «molto cinematografiche, che sembrano quasi un film», adatte al gusto di ragazzi cresciuti a pane e tv.

Il prossimo passo, non nasconde Polo, potrebbe essere coinvolgere anche qualche regista cinematografico che ha sposato l’opera, come la Traviata di Sofia Coppola all’Opera di Roma, quella di Ozpetek al Teatro San Carlo di Napoli. «Sempre, però, tenendo conto che la scenografia di un’opera in Arena comporta un investimento di un milione e mezzo, due milioni di euro. Innovazione sì», ammonisce Polo, «ma cum grano salis». E.PAS.

Suggerimenti