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«Alberto solo opportunista,
Forza Italia sta con Sboarina»

La discesa in campo di Alberto Giorgetti, deputato di Forza Italia, a fianco di Patrizia Bisinella e di Flavio Tosi, per «completare insieme un percorso che ha fatto fare a Verona un salto di qualità», com’era prevedibile ha scatenato un fuoco di fila di reazioni dalla compagine di centrodestra che sostiene la candidatura di Federico Sboarina.

Durissima la reazione di Davide Bendinelli, coordinatore di Forza Italia: «Quello che il centrodestra e Forza Italia non possono accettare è che la bramosia di potere personale diventi la ragione principale di un’alleanza che mira al rinnovamento e al rilancio della città». E lancia il suo j’accuse: «L’onorevole Giorgetti non è nuovo ai giri di valzer e considera i partiti alla stregua di una porta girevole: era uscito da Fi per avere un incarico di governo con Alfano, poi ha abbandonato Alfano e ha chiesto di rientrare in Forza Italia. Successivamente aveva presentato le dimissioni da deputato convinto di diventare super dirigente di Lottomatica. Fallito anche questo obiettivo, ha ritirato le dimissioni. Successivamente, ha scoperto che l’amministrazione di Verona andava commissariata per mafia. Oggi, poiché non è stato scelto come candidato sindaco dai partiti del centrodestra unito, corre in piazza Bra per imbarcarsi sull’ultimo treno in partenza».

Per Stefano Casali di Verona Domani, ex vicesindaco e consigliere regionale eletto nella lista Tosi, «l’aspetto negativo è la scelta di Tosi e seguaci di lasciare il centrodestra per avvicinarsi a Alfano, Zanetti, Renzi, Lotti e Boschi. Quello positivo è che Alberto Giorgetti si sbagliava quando insultava la struttura del Comune e la voleva commissariare. Per il resto, noi crediamo che i valori del centro destra e Sboarina ci permetteranno un magnifico sviluppo della nostra Verona».

Germano Zanella del Partito Pensionati afferma che «con l’alleanza fra Tosi e l’ex sottosegretario alle slotmachines Giorgetti, Verona diventerà come Las Vegas».

Stefano Bertacco, senatore di Forza Italia ed esponente di Battiti, ironizza: «Se il buongiorno si vede dal mattino, si salvi chi può. Il re incorona la regina, utilizza la scalinata del Comune come se fosse un bene di sua proprietà, nello stesso tempo, il monarca e i suoi sodali vietano la parola a chi gli è avversario. Ma la monarchia non è democrazia e la nuova coalizione a supporto della senatrice Bisinella si propone in continuità a questo modo di operare, che per fortuna i veronesi bocceranno l’11 giugno».

Per Ciro Maschio, di Fratelli d’Italia, «La candidatura della senatrice Bisinella è come il cimitero verticale: incomprensibile e fuori dalla realtà di Verona e la presenza di Alberto Giorgetti con Tosi è la conferma che da quelle parti c'è una logica politica vecchia di attaccamento dinastico al potere, con c’è la volontà di voltare pagina».

Infine, interviene anche Mimma Perbellini, dei Liberali per Verona: «Tutti i candidati saranno giudicati per la loro capacità e la loro coerenza. Il centrodestra si è unito tutto attorno a Federico Sboarina, amato e stimato da tanti veronesi. Una scelta coerente espressa dal territorio e dalla gente, lontano da ogni opportunismo politico e dalle scelte calate dall’alto o, peggio, da dinastie familiari».

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