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SANITÀ

Aids, a Verona
e Vicenza la maggior
incidenza in Veneto

Un test dell'Hiv
Un test dell'Hiv
Un test dell'Hiv
Un test dell'Hiv

Dal 1984 a dicembre 2014 i casi di Aids residenti in Veneto sono stati 3.696, dei quali 2.502 deceduti con una letalità complessiva del 67,7%, più forte fino alla prima metà degli anni ’90 e poi in calo dall’introduzione (nel 1996) della terapia «Haart». A dicembre 2014 si stima che i casi «prevalenti» (presenti e viventi in Veneto) siano 1.194.
Negli ultimi due anni, nel Veneto, non è stato registrato nessun decesso.
Per quanto riguarda l’infezione da Hiv, dal 1988 (anno in cui la Regione Veneto, prima in Italia, istituì un sistema di sorveglianza) ad oggi in Veneto sono state segnalate 12.685
nuove diagnosi. Dal 2002 al 2014 il numero delle nuove infezioni si è stabilizzato attorno ai 320 casi annui. Sono questi alcuni dei dati analitici contenuti nel nuovo Rapporto Aids-Hiv, realizzato a cura del Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione, e diffuso oggi in occasione della giornata mondiale contro l’Aids che si terrà domani, primo dicembre.
La lettura dei dati da parte degli esperti ha confermato di fatto una nuova realtà, non meno complessa, nella quale i casi di Aids e Hiv sono diminuiti per poi stabilizzarsi, e le nuove cure progressivamente introdotte ed erogate gratuitamente stanno portando il quadro verso una sorta di nuova «cronicità», nell’ambito della quale crescono le necessità curative e assistenziali, collegate all’allungata attesa di vita di sieropositivi e malati conclamati.
Rispetto all’Aids, complessivamente il 77,4% dei casi si è verificato nei maschi. L’età media dei casi affetti da Aids è progressivamente aumentata negli anni, passando per i maschi da 33 anni nel 1990 a 42 nel 2014 (con un massimo di 47 anni nel 2013). Per le femmine l’aumento dell’età media è stata più altalenante, crescendo progressivamente dal 2010, raggiungendo un massimo di 44 anni nel 2010 ed arrivando a 40 anni per il 2014.
Se si considera la nazionalità dei casi di Aids tra i residenti in Veneto, si osserva un progressivo aumento del numero di casi tra gli stranieri, correlato anche al forte movimento migratorio negli ultimi anni. Nel periodo 2000-2014 la quota media di soggetti stranieri con Aids è circa del 30%, raggiungendo il picco massimo del 46,8% nel corso del 2010. Nel
2014, il 43,1% delle nuove diagnosi di Aids è stato diagnosticato in stranieri. All’interno del territorio regionale, le province che, nel corso del 2014, presentano il maggior tasso di incidenza di casi sono quelle di Vicenza e Verona. Negli anni sono andate ad esaurirsi categorie a rischio come i soggetti trasfusi, gli emofilici e i bambini, mentre è progressivamente aumentata la proporzione relativa di casi attribuibili a trasmissione sessuale, che nell’ultimo quinquennio dal 2010 al 2014 è stato il fattore di rischio
maggiormente presente. Risulta anche evidente, con la stratificazione per sesso dei fattori di rischio, come i tre quarti dei casi di nuove infezioni di Hiv nelle donne (ultimo
quinquennio) siano avvenuti con rapporti eterosessuali, mentre nello stesso periodo, la percentuale maggiore per i maschi, sia legata ai rapporti omosessuali.
L’assistenza ai pazienti con infezione da Hiv in Veneto è affidata ai Centri di Malattie Infettive, dislocati nei capoluoghi di provincia (Belluno, Padova, Rovigo, Treviso,
Venezia-Mestre, Verona, Vicenza) e in due altri centri locali (Santorso in provincia di Vicenza e Legnago in provincia di Verona). In questi centri è possibile fare il test per Hiv in
modo anonimo e gratuito e senza impegnativa del Medico di Medicina Generale, inoltre vengono presi in carico i pazienti con infezione documentata.

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