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Agsm, scontro sulla maxi multa «Chi ha sbagliato deve pagare»

Il presidente di Agsm Fabio Venturi
Il presidente di Agsm Fabio Venturi
Il presidente di Agsm Fabio Venturi
Il presidente di Agsm Fabio Venturi

Scatena un vespaio la maxi multa da 5,3 milioni che l’Authority per l’energia elettrica e il gas ha inflitto all’Agsm per il mancato rispetto di norme che favoriscono il libero mercato in regime di concorrenza. La sanzione milionaria scaturisce da un procedimento del 2011. All’epoca, alla guida della multiutility c’era Paolo Paternoster. «Ci siamo insediati nel novembre 2010», dice quest’ultimo, «e ci siamo attivati per mettere mano alle questioni sollevate dall’Auhority, cosa che risulta a verbale, ma l’ispezione è arrivata dopo soli quattro mesi, per cui è stato impossibile».

Il caso approderà presto in Consiglio comunale. L’esponente del Pd Damiano Fermo ha infatti depositato un’interrogazione per chiedere se il Cda della società di lungadige Galtarossa e il sindaco «siano stati messi al corrente del procedimento in atto». Inoltre chiede «se nel bilancio era stata messa qualche riserva per coprire eventuali sanzioni» e «se nel frattempo sia cambiata l’organizzazione». Infine, Fermo domanda «se sia intenzione del Comune avviare un’azione di responsabilità verso i vecchi amministratori». E Lorenzo Dalai, responsabile Economia del Pd, sottolinea che le «norme derivanti da direttive europee che Agsm ha violato servono in realtà a tutelare il libero mercato e i consumatori, per cui, non applicandole, l’Agsm ha creato una turbativa di mercato».

Durissimi anche il capogruppo Gianni Benciolini e il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Alessandro Gennari: «Oggi il quadro societario e gestionale delle società coinvolte dalle sanzioni è pressoché immutato. Ma tale sanzione infligge un danno finanziario alla principale azienda veronese, ma tanto paga Pantalone...». Per Benciolini «i responsabili di tale scempio devono risarcire il danno erariale causato, e per questo», annuncia, «procederemo tempestivamente alla Corte dei Conti».

Parole che Fabio Venturi, presidente dell’Agsm, definisce «un attacco indecente». E continua: «Speculano senza sapere i contenuti dei rilievi, perché se li conoscessero sarebbero indignati quanto noi». Venturi parla di «sanzione ingiusta, iniqua, quanto meno "strana", contro la quale ricorreremo». E aggiunge: «Potrei anch’io speculare politicamente sui fatti, visto che risalgono al 2011 quando l’azienda non era guidata dal sottoscritto, ma si chiedano i cinquestelle che una volta difendevano i cittadini dalle ingiustizie, come mai in Italia c’è stata un’unica ispezione in questo settore, solo ai danni di Verona e all’Agsm...». Duro anche il commento del sindaco Flavio Tosi, all’uscita dalla Giunta: «I grillini, a Roma come a Verona, confermano la loro abissale ignoranza amministrativa. Dovrebbero, prima di farsi candidare ed eleggere, conoscere minimamente le regole della pubblica amministrazione, perché quella su Agsm è una procedura che data sei anni fa, tutt’altro che conclusa, sulla quale ci sarà ovviamente ricorso da parte di Agsm».

In una nota l’associazione Battiti per Verona parla di «colpo pesante nell’economia della holding Agsm, con un forte impatto anche sul bilancio comunale, che già vede ridotte ai minimi termini attività e lavori sul territorio, che sono stati stralciati e rinviati sine die grazie alla scellerata approvazione del project financing dell’Arsenale, costato già 14 milioni di mancati interventi».

Per il gruppo consiliare del Pd, infine, «la multa conferma i motivi di preoccupazione per una gestione complessiva delle partecipazioni comunali che non si è dimostrata all’altezza». E aggiungono: «Speriamo che l’Autorità lenisca la sanzione, ma che dopo anni non si sia riusciti a raggiungere un assetto accettabile nella galassia Agsm, alimenta le nostre perplessità sui motivi che non hanno reso praticabile l’idea della holding comunale che proprio Agsm avrebbe dovuto guidare con trasparenza, competenza e professionalità».E.S.

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