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Agsm, l’ombra del complotto
«Diamo fastidio a qualcuno»

L’esterno della sede dell’Agsm in lungadige Galtarossa
L’esterno della sede dell’Agsm in lungadige Galtarossa
L’esterno della sede dell’Agsm in lungadige Galtarossa
L’esterno della sede dell’Agsm in lungadige Galtarossa

C’è l’ombra del complotto sulla sanzione milionaria che ha colpito l’Agsm e le controllate che si occupano di distribuzione e vendita dell’energia.

A parlare di provvedimento «assurdo e molto strano», è lo stesso sindaco Flavio Tosi, puntando l’attenzione su «accertamenti che risalgono a ben sei anni fa, praticamente preistoria». E i sospetti sulle «stranezze» della vicenda li esplicita il presidente dell’Agsm Fabio Venturi: «In Italia siamo stati i primi e gli unici ad essere ispezionati, ma anche i primi ad adeguarsi alle norme di unbundling. Tra l’altro», continua, «ci hanno contestato cose paradossali, come il fatto che i dipendenti della capogruppo e delle controllate usino lo stesso ingresso, o che l’ufficio protocollo sia unico, così come l’archivio cartaceo e l’assistenza informatica... Abbiamo speso milioni per metterci in regola, ed ecco arrivarci questa stangata». Il presidente annuncia ricorso al Tar della Lombardia, competente per materia. «Questa è una multa ingiusta e confidiamo di poter dimostrare sia l’assoluta buona fede che i grandissimi sforzi sostenuti per metterci in regola. È molto strano, o perlomeno anomalo, che dal 2011 la multa arrivi nel 2017...». La maxi multa da 5,3 milioni di euro è stata comminata alla multiutility veronese dall’Autorità per l’energia elettrica, gas e sistema idrico per il mancato rispetto di norme che favoriscono il libero mercato dell’energia in regime di concorrenza.

Ma chi avrebbe interesse a colpire l’azienda scaligera? «Qualcuno», ipotizza Venturi, «cui dava molto fastidio il fatto che la nostra azienda nel 2015 sia stata ritenuta quella che applica le migliori tariffe in tutta Italia». E Tosi sbotta: «È molto probabile che l’ispezione di sei anni fa sia partita su segnalazione di qualcuno». Magari di qualche grossa azienda concorrente sembra far intendere.

Nella sala Arazzi di Palazzo Barbieri ci sono anche il vice presidente di Agsm Mirco Caliari e il presidente di Agsm Energia Giuseppe Stoppato. «Dopo quello che è successo», esclama Stoppato, «non riesco a togliermi dalla testa che si tratti di una bomba a orologeria che ha messo in moto la macchina del fango contro l’azienda e l’amministrazione comunale».

Tosi è poi tornato ad accusare di «ignoranza e malafede» chi ha attaccato il Comune e i vertici della società su una vicenda «che comincia solo adesso, danneggiando l’immagine dell’Agsm e ciò è poco serio e responsabile da parte di chi ambisce a governare la città».

In una nota, intanto, il gruppo consiliare del Pd, dopo essersi augurato che Agsm «riesca a ottenere una riduzione della sanzione perché quelle in gioco sono risorse importanti per la città», rileva «che lo spaccato di vita amministrativa del 2011 che emerge dall’attività ispettiva è desolante. E non si sa bene», sottolineano, «se i comportamenti contestati siano stati poi superati». E aggiungono: «Dai verbali si evince chiaramente che i vertici del cda di Agsm fossero consapevoli di essere a rischio sanzioni, ma non hanno mai provveduto a dare una sterzata netta: al di là della gravità o meno degli addebiti, è chiaro che le operazioni per separare le attività di vendita e distribuzione sono state svolte con leggerezza, esponendo il fianco a queste contestazioni».E.S.

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